Raccolta opere del concorso - La scuola possibile

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Visto da vicino… raccont Abile Michele, ferito a morte, vide riflessa in una vetrina l’immagine di due bambini che giocano in piazza, poi sposta lo sguardo e vede il suo Giacomo tornato bambino che lo invitava a rialzarsi perché era caduto giocando a girotondo. In un flashback rivive tutta la sua infanzia con una melodia che gli risuona nelle orecchie. I momenti più belli della sua vita gli stavano facendo capire quanto fosse stato stupido morire così. Tutte le belle giornate trascorse col suo migliore amico, un amico che ora si trovava dall’altra parte della folla. Tutte le volte che hanno giocato insieme in quella maledetta piazza. I giorni di scuola con le loro bellissime pagelle. I primi amori. Quel maledetto giorno in cui una foto sul libro di storia cambiò la loro vita. Mentre questi pensieri gli balenavano nella mente, Giacomo lo incitava inutilmente a rialzarsi, dicendo che lo avrebbe soccorso. Poco prima di spirare queste furono le sue ultime parole:”Vai a dire a mio figlio che papà tornerà presto” e gli diede il suo indirizzo senza dire altro. Intanto, la polizia era riuscita a disperdere la folla e Giacomo era svenuto per le ferite. Quando si svegliò era al pronto soccorso. Il medico gli disse che non era poi così grave e che sarebbe stato dimesso presto. Nello stesso posto notò altre persone che si trovavano alla manifestazione ed erano quasi tutti codici rossi o gialli, e molti non sarebbero sopravvissuti. Dopo pochi giorni lasciò l’ospedale e andò subito dove gli aveva detto Michele prima di morire. Seguendo l’indirizzo arrivò in una stradina di campagna che non aveva mai percorso. Sulla soglia c’era la moglie di Michele che già aveva saputo della morte del marito. Vicino alla madre c’era anche il figlio Carlo. Giacomo vide con le lacrime agli occhi quanto assomigliasse a suo padre e, invece di fare ciò che si era prospettato, cercò di non farsi notare. Pensava a come sarebbe stata bella quella famiglia se ci fosse stato anche Michele. Non si può perdere un padre a quattro anni, non si può ricordarlo come uno sconosciuto. Ciò che aveva fatto non se lo sarebbe mai perdonato: Giacomo aveva dimostrato che un’ideale può diventare più importante della vita di colui che considerava come un fratello, e ora non riusciva a reprimere la terribile vergogna per quello che aveva fatto. Continuava a piangere mentre tornava a casa. La sua tristezza aumentò quando vide dei bambini giocare nel cortile di una scuola. Troppo tardi si era reso conto che gli unici essere umani al mondo che non avrebbero mai fatto del male a nessuno erano loro, i bambini. Per rimediare decise di sostenere economicamente la famiglia di Michele, ma non poteva fare di più. Tornato a casa Giacomo guarda il tramonto su Roma dal terrazzo di casa sua, con un sorriso sulle labbra ma con una profonda tristezza nel cuore. Giran- 122
DISCRIMINAZIONE. NO GRAZIE > > > SECONDA SEZIONE > > > NARRATIVA dosi, vede se stesso bambino. Finalmente Giacomo ha ritrovato la serenità, non lasciandosi trasportare da ideali politici ma seguendo i pensieri umili di un bambino. La perdita di colui che considerava il suo unico amico gli fece capire più di ogni altra cosa che la vita offre molto di più. 123 …nessuno è normale
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Paese mio Terra straniera, quanta n
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RICCARDO GRAZIANO Liceo Classico
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