Visto da vicino… * * * raccont Abile E allora perché. Quello che chiedo è perché. Perché un uomo tondo, perché un uomo quadro, perché non tutti uomini in un mondo a soqquadro? Perché le battaglie, perché la gloria? Perché siamo costretti ad odiarci, a stroncarci, per avere soltanto un pezzetto si storia? Perché la notte, cupa com’è, ed il giorno felice, giocondo, solare e fecondo, devono sempre competersi il mondo? Perché non ogni uomo ama ed è amato, da un uomo rotondo e da uno quadrato? 132
DISCRIMINAZIONE. NO GRAZIE > > > SECONDA SEZIONE > > > NARRATIVA ANDREA SORRENTINO Liceo Classico “Luciano Manara”, Roma Io vengo per condurvi all’altra riva Era sera, avevamo da poco finito di mangiare, mia moglie ed io stavamo per sistemare le nostre stoviglie di legno, un ricordo di mio nonno, i miei ragazzi stavano per andare a letto, quando incominciarono a fischiare sulla nostra testa le prime pallottole. Anche se il cielo era sereno, si videro i primi lampi, erano le bombe che cadevano vicino a casa nostra. Si sentivano le raffiche di mitra prima lontane poi sempre più vicine, troppo. Nei giorni precedenti c’erano stati tafferugli, ma niente di particolare rilevanza, quella sera invece si toccò il fondo. Anche se cercavo di rimanere lucido, la paura e l’ansia crescevano, sentii un nodo alla gola e il battito accelerato, che fare? Decisi, come padre, di svegliare i ragazzi velocemente, cercando però di non far trapelare la mia paura. Uscimmo lasciando tutto quello che avevamo, frutto di una fatica durata una vita. Alcune cose ce l’avevano regalate i Belgi per il lavoro, forse infame dei nostri antenati, che fecero le spie per il governo belga. Io invece ero diventato da poco un diplomatico. Appena usciti vedemmo madri che piangevano la morte dei figli e altri figli, rimasti vivi per miracolo, straziati dal dolore <strong>del</strong>la perdita dei genitori. Era aprile <strong>del</strong> 1994, il nostro presidente era morto e il genocidio dei Tutsi era purtroppo incominciato. Gli stessi colonizzatori belgi, che ci avevano appoggiato, ci avevano abbandonato nei nostri problemi senza interessarsi più di noi, perché non servivamo più. Mi ricordo che quella sera tutti cercavano di fuggire da ogni parte, non si capiva più niente, tutti avevano perso il lume <strong>del</strong>la ragione ed erano in preda al <strong>del</strong>irio. Gli Hutu erano sempre più vicini, forse troppo. 133 …nessuno è normale