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Raccolta opere del concorso - La scuola possibile

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Visto da vicino…<br />

terreno boscoso, se c’era una zona dove potevo trovare un rivo, un torrente,<br />

dover far navigare lungo rotte sferiche la mia rotonda imbarcazione. Mi indicò<br />

un punto, ai piedi <strong>del</strong>la collina, dove la roccia si apriva lasciando scorrere un<br />

sottile filo d’acqua. Lo ringraziai, e lentamente mi incamminai. Non avevo<br />

fretta, il sole splendeva ed il tempo scorreva adagio, quasi come se stesse prendendosi<br />

una pausa dal suo continuo correre. Incappai in <strong>del</strong>icati fiori ovali, in<br />

colorati uccelli dal becco stondato, in grosse pietre levigate. Mi piaceva rotolare<br />

giù dalla collina a velocità stratosferiche, e ne ero specialmente portato, il<br />

mio sedere così tondo sembrava fatto proprio per questo.<br />

Piano piano arrivai dentro il bosco, dove l’afa lasciava posto ad un caldo fosco.<br />

Boccolosi erano i rami, curiose le creature, nel folto <strong>del</strong> bosco, nell’ombra<br />

dei salici, vicino il torrente, dove sfocia la sorgente.<br />

* * *<br />

raccont Abile<br />

noi siamo squadrati e pieni di angoli, siamo sporchi e puzziamo, ci piace vivere<br />

sotto il terreno e gridare, ci piace cantare canzoni stonate, che non profumano<br />

di viole, ci piace essere spigolosi, ci piace fumare e bere, ci piacciono<br />

quei giochi in cui si suda e ci si strappa la maglietta, ci piace il rumore, ci piace<br />

dormire di più e non sapere <strong>del</strong> sole, ci piace quando piove e quando ci rimaniamo<br />

male, ci piace scrivere poesie che parlano solo di noi, poesie che parlano<br />

di sesso e droga, ci facciamo schifo, ma ci amiamo per questo. oggi sono<br />

stato a trovare mio zio, che fa il capo <strong>del</strong>l’esercito, non m’ha offerto il caffè perché<br />

qui sottoterra non ce n’è, e si va avanti a scotch, se va bene, allora mio zio<br />

m’ha offerto un bicchiere di whiskey, mio zio è una brava persona.<br />

mentre uscivo mi sono accorto che non c’avevo niente da fare, ma che c’avevo<br />

un sacco di tempo per farlo, così ho preso una bottiglia dalla cantina e sono<br />

andato verso il quartiere ricco, dove ci stanno sempre un sacco di straccioni<br />

che raccontano belle storie. in mezzo alla strada c’era un’ambulanza su cui<br />

stavano caricando uno che s’era tuffato dalla finestra per la noia. meglio chiamare<br />

un prete, dico io. e se lo vedevate lo dicevate anche voi. aveva la testa<br />

spaccata a metà. la noia fa brutti scherzi, e la gravità ne fa di peggio.<br />

comunque, cammina e cammina sono arrivato quassù, tra gli straccioni più<br />

ricchi di tutta la città, ognuno con almeno un paio di belle storie da raccontare.<br />

mi metto seduto e ascolto un vecchio matto che attacca a dire così “era<br />

bello là fuori, cent’anni fa saranno stati, che ho scoperto come si usciva da<br />

qua. e l’ho fatto, vi dico, me ne sono andato. ho scoperto la strada per an-<br />

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