Raccolta opere del concorso - La scuola possibile
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Visto da vicino…<br />
GUGLIELMO CASSIANI INGONI<br />
Liceo Scientifico “Ettore Majorana”, Guidonia - Roma<br />
Io ho un sogno<br />
raccont Abile<br />
Ho fatto un sogno: ho sognato una città senza divisioni tra gli uomini, senza<br />
violenza tra di loro, senza paura <strong>del</strong> diverso. era un’alba nuvolosa e fredda<br />
quando mi resi conto che era solo un sogno e che la realtà era differente.<br />
Il quartiere cinese passò veloce davanti ai miei occhi, attraverso il vetro <strong>del</strong><br />
treno. A me non era permesso entrare in quella zona, a nessuno di noi era permesso.<br />
Io, come molti altri simili a me, facevo parte <strong>del</strong> quartiere degli europei<br />
dal colore <strong>del</strong>la pelle bianca, settore inglese, sezione degli esseri umani<br />
dagli occhi azzurri. Niente di nuovo, ero abituato a tutto questo, ormai ero<br />
abituato a quel mondo. Era tardi, il sole stava tramontando dietro ai giganteschi<br />
grattacieli <strong>del</strong>la zona dei neri. Il cielo rosso era occupato dagli edifici,<br />
che da lontano apparivano come enormi monoliti neri. Guardavo fuori e sognavo.<br />
Alcune volte pensavo fosse meglio vivere tutti insieme. Quando ero<br />
piccolo ho provato a parlarne con mia madre, ricevendo solo risate.<br />
“E’ im<strong>possibile</strong>” affermò mio padre “se siamo divisi ci deve essere un motivo,<br />
e solo gli uomini <strong>del</strong>la Torre lo conoscono”.<br />
“Che cosa? <strong>La</strong> Torre?” gli chiesi.<br />
Mio padre mi condusse alla finestra. All’orizzonte vidi una torre immensa che<br />
sovrastava addirittura gli edifici più alti “<strong>La</strong> Torre è l’insieme di persone che ci<br />
controlla e ci protegge dall’alto. Nessuno le conosce o le ha mai viste, ma ognuno<br />
sa che esistono. Sono loro che ci hanno diviso, perchè ci vogliono bene”.<br />
Le sue parole all’epoca mi convinsero, ma crescendo cominciai a nutrire dei<br />
dubbi, fino alla notte in cui ho fatto quel sogno. Il treno si fermò sibilando<br />
alla stazione <strong>del</strong> quartiere europeo bianco. Ogni quartiere aveva la propria<br />
rete di strade e mezzi pubblici, il proprio municipio, i propri centri com-<br />
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