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Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.

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lità non ha fatto seguito quella della rete ferroviaria<br />

della RFI che, ancora oggi, non ha realizzato<br />

la necessaria infrastruttura <strong>di</strong> transfert<br />

treno-aereo. Sono pertanto molto d’accordo nel<br />

ritenere che un coor<strong>di</strong>namento fra gli aeroporti<br />

sar<strong>di</strong> debba necessariamente passare attraverso<br />

la loro messa “in rete” e la pre<strong>di</strong>sposizione <strong>di</strong><br />

un effettivo collegamento con i trasporti pubblici<br />

interni.<br />

Ora, ampliando il <strong>di</strong>scorso, anche sulla base<br />

<strong>di</strong> alcune osservazioni mosse <strong>di</strong> recente dal<br />

presidente dell’ENAC, sembrerebbe <strong>di</strong> poter<br />

ritenere che cinque aeroporti siano un po’<br />

troppi per un’isola <strong>di</strong> un milione e seicentomila<br />

abitanti. Anche perché i loro bacini<br />

d’utenza paiono profondamente <strong>di</strong>seguali.<br />

Alcuni, poi, assolutamente insufficienti – per<br />

struttura economica e <strong>di</strong>mensione demografica<br />

– per consentire delle gestioni equilibrate e<br />

dei servizi efficienti. Le stesse crisi attraversate<br />

da Arbatax e Fenosu ne sarebbero la controprova.<br />

Primo Piano<br />

D’altra parte, i parametri che in<strong>di</strong>viduano gli<br />

equilibri gestionali <strong>di</strong> uno scalo aeroportuale<br />

vengono convenzionalmente in<strong>di</strong>cati nella<br />

<strong>di</strong>mensione del bacino <strong>di</strong> utenza (<strong>di</strong> almeno<br />

200-250 mila residenti) con un suo raggio<br />

d’ampiezza che dovrebbe essere stimato in<br />

una percorrenza <strong>di</strong> 70-80 minuti alla velocità<br />

<strong>di</strong> 70-80 Km/ora.<br />

Nell’attuale situazione demografica della <strong>Sardegna</strong>,<br />

non vi è dubbio che le <strong>di</strong>seguaglianze<br />

fra i cinque scali siano tali da non permettere<br />

possibili riequilibri quantitativi. Né sarebbe<br />

poi conveniente – come qualcuno in passato<br />

aveva però ipotizzato – sud<strong>di</strong>videre il traffico<br />

aereo in entrata e in uscita per destinazione,<br />

assegnandolo selettivamente ai <strong>di</strong>versi scali.<br />

Nel senso, ad esempio, che i voli con l’Inghilterra<br />

vadano assegnati ad Alghero, con la<br />

Russia e la Germania ad Olbia e con Francia e<br />

Spagna a <strong>Cagliari</strong>. È così?<br />

C’è del vero, certamente, in quel che <strong>di</strong>ce. Ma<br />

al <strong>di</strong> là delle regole gestionali, spesso prevalgono<br />

(o hanno prevalso) delle motivazioni <strong>di</strong>f-<br />

<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong><br />

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