Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.
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infrastrutturale italiana e le dotazioni tecniche<br />
che consentano allo studente italiano <strong>di</strong> servirsi<br />
<strong>di</strong> strumenti adeguati allo <strong>stu<strong>di</strong></strong>o. Il nostro<br />
paese ha finora rifiutato l’idea <strong>di</strong> un finanziamento<br />
privato per la scuola pubblica, ma si ha<br />
l’impressione che i tempi siano ormai maturi<br />
perché ciò sia possibile in un prossimo futuro,<br />
e questo con innegabili vantaggi per gli istituti<br />
tecnici.<br />
3. Rilanciare il contratto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>stato<br />
Le due situazioni ricordate prima (l’occupazione<br />
dei giovani in settori non pertinenti con la<br />
loro formazione e la carenza <strong>di</strong> figure artigiane)<br />
inducono il governo a pensare soluzioni per rilanciare<br />
il ruolo del contratto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>stato.<br />
Nato con l’intento <strong>di</strong> avere una funzione formativa<br />
verso un mestiere, oggi il contratto <strong>di</strong><br />
appren<strong>di</strong>stato tende ad essere, nella stragrande<br />
maggioranza dei casi, un semplice contratto <strong>di</strong><br />
lavoro temporaneo senza alcuna valorizzazione<br />
della componente formativa.<br />
Intenzione del Governo è dare nuova linfa a<br />
questo strumento, sostenendo e premiando le<br />
iniziative che le università vorranno intraprendere<br />
per sviluppare progetti <strong>di</strong> innovazione <strong>di</strong>dattica<br />
che siano in<strong>di</strong>rizzate a cogliere questa<br />
grande opportunità <strong>di</strong> formazione. Il ministero<br />
del welfare ha inoltre stanziato 100 milioni <strong>di</strong><br />
euro a sostegno dell’iniziativa quale incentivo<br />
alle imprese che faranno ricorso a questa tipologia<br />
contrattuale.<br />
É stato previsto altresì l’utilizzo del contratto <strong>di</strong><br />
appren<strong>di</strong>stato <strong>di</strong> terzo livello (o <strong>di</strong> alta formazione)<br />
<strong>di</strong>retto all’acquisizione <strong>di</strong> titoli <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o,<br />
compresi i dottorati <strong>di</strong> ricerca, per i giovani con<br />
più <strong>di</strong> 18 anni attraverso l’implementazione del<br />
progetto Fixo <strong>di</strong> Italia Lavoro.<br />
4. Ripensare l’utilizzo dei tirocini formativi,<br />
promuovere le esperienze <strong>di</strong> lavoro nel corso<br />
<strong>degli</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>, educare alla sicurezza sul lavoro,<br />
costruire sin dalla scuola e dalla università la<br />
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<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong><br />
tutela pensionistica<br />
Altro han<strong>di</strong>cap che caratterizza il giovane italiano<br />
rispetto ai suoi coetanei europei e americani<br />
è la scarsa esperienza lavorativa maturata<br />
durante il periodo scolastico. Nonostante il sistema<br />
educativo nazionale sia a livelli d’eccellenza<br />
rispetto alla preparazione teorica, molto<br />
resta da fare perché anche l’insegnamento pratico<br />
possa apparire quantomeno sufficiente.<br />
Inadeguate sono le infrastrutture <strong>degli</strong> istituti<br />
tecnici e poco sfruttate le potenzialità offerte<br />
dalla collaborazione tra scuola e impresa.<br />
I piani <strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong>o <strong>degli</strong> atenei italiani hanno da<br />
poco reso obbligatoria l’esperienza <strong>di</strong> tirocinio<br />
presso imprese o pubbliche amministrazioni,<br />
ma questo non basta perché si acquisisca la necessaria<br />
“formazione sul campo” e una accettabile<br />
cultura del lavoro. È da tempo sperimentato<br />
nelle università nordeuropee (Germania,<br />
Svezia e Danimarca in particolare) il binomio<br />
<strong>stu<strong>di</strong></strong>o-lavoro che coinvolge a pieno ritmo gli<br />
studenti sia nella vita scolastica e universitaria,<br />
che nella vita aziendale, facendoli confrontare<br />
in prima persona con i problemi che si incontrano<br />
nella vita lavorativa e preparandoli per il<br />
loro futuro ingresso nel mercato del lavoro.<br />
Non <strong>di</strong> rado il percorso lavorativo in queste<br />
realtà prende avvio da una esperienza <strong>di</strong> tirocinio,<br />
e spesso le stesse imprese ospitanti iniziano<br />
con gli studenti un percorso formativo specialistico<br />
perché gli stessi, una volta terminati<br />
gli <strong>stu<strong>di</strong></strong>, possano intraprendere la loro carriera<br />
nelle imprese nelle quali sono stati ospiti.<br />
Il caso italiano propone esperienze totalmente<br />
opposte. Accanto a poche buone prassi si registrano<br />
più spesso fenomeni <strong>di</strong> preoccupante<br />
degenerazione dei tirocini formativi e <strong>di</strong> orientamento<br />
che, non <strong>di</strong> rado, sono utilizzati come<br />
canale <strong>di</strong> reclutamento <strong>di</strong> forza lavoro a basso<br />
costo senza alcuna valenza formativa.<br />
L’irregolarità <strong>di</strong> queste posizioni lavorative (dal<br />
punto <strong>di</strong> vista previdenziale e assicurativo) è<br />
anche causa del verificarsi <strong>di</strong> malumori e insod-