Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.
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Passato & Presente<br />
ragione a Salvatore Cambosu, il raffinato<br />
scrittore <strong>di</strong> Orotelli autore <strong>di</strong> “Miele Amaro”,<br />
che ha raccontato come la nonna dei minatori<br />
<strong>di</strong> queste parti sulcitane, tia Vincenza Urru,<br />
morì centenaria nella convinzione che quel<br />
carbone <strong>di</strong> Bacu Abis fosse in origine oro purissimo,<br />
perdendo poi ogni valore per via <strong>di</strong><br />
un <strong>di</strong>abolico sortilegio, non appena venuto in<br />
contatto con le avide mani <strong>degli</strong> uomini.<br />
Quel che interessa qui rievocare è – andando<br />
in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> un’ottantina d’an-<br />
ni – che le sorti <strong>di</strong> quel carbone<br />
sono state affidate più agli<br />
interessi della politica che ai<br />
calcoli industriali, il che può<br />
valere per meglio comprenderne<br />
l’altalenare delle sorti.<br />
D’altra parte, questo “carbonsulcis” è un<br />
carbone a basso potere calorico, con un <strong>di</strong>fferenziale<br />
inferiore <strong>di</strong> circa il 25-30 per cento<br />
(3500/ 000 cal/kg contro 7500 cal/kg) sui<br />
carboni polacchi, inglesi o russi. Un carbone,<br />
quin<strong>di</strong>, che ha avuto sempre molte <strong>di</strong>fficoltà<br />
a competere con i ren<strong>di</strong>menti energetici <strong>degli</strong><br />
altri concorrenti internazionali. Proprio perché<br />
– come tutti sanno – il valore sui mercati<br />
internazionali <strong>di</strong> questo minerale lo si è sempre<br />
legato alle sue valenze caloriche.<br />
Per essere cronologicamente precisi, l’inizio<br />
<strong>di</strong> questa rievocazione lo si colloca nell’autunno<br />
del 1935 allorché il governo Mussolini<br />
avrebbe avviato un’azione <strong>di</strong> tutela per<br />
le risorse carbonifere nazionali, con la costituzione<br />
dell’Azienda Carboni Italiani – in<br />
acronimo A.Ca.I – incaricata <strong>di</strong> razionalizzare<br />
e potenziare le attività minerarie del<br />
Sulcis e dell’Istria, ritenute strategiche per<br />
l’in<strong>di</strong>pendenza nazionale dalle importazioni<br />
<strong>di</strong> carboni esteri.<br />
Si può ricordare che un telegramma ai<br />
prefetti dello stesso Mussolini dava <strong>di</strong>sposizioni<br />
perché il carbone nazionale “fosse<br />
sostituito ai carboni stranieri in tutti gli<br />
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<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong><br />
impieghi possibili”.<br />
Con l’ACaI, sotto la guida <strong>di</strong> un manager avveduto<br />
come il triestino Guido Segre, coa<strong>di</strong>uvato<br />
in consiglio dall’on. Vittorio Tre<strong>di</strong>ci, le<br />
miniere carbonifere sarde – riunite sotto la sigla<br />
“Carbosarda” – avrebbero ripreso in pieno<br />
la loro attività, ponendosi l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere<br />
interessanti risultati produttivi, in<br />
modo da alleviare l’import carbonifero della<br />
nazione stimato in 10-12 milioni <strong>di</strong> tonnellate/anno.<br />
Proprio per questo, l’in<strong>di</strong>-<br />
Con l’autarchia fascista<br />
rizzo autarchico adottato dal<br />
il carbonsulcis <strong>di</strong>venta<br />
governo fascista avrebbe im-<br />
il grande carbone italiano<br />
presso una spinta decisiva alle<br />
e nasce la città <strong>di</strong> Carbonia<br />
produzioni della Carbosarda,<br />
come a quelle dell’Arsia, per<br />
giungere a <strong>di</strong>mezzare – era questo l’in<strong>di</strong>rizzo<br />
– la <strong>di</strong>pendenza dall’estero.<br />
Il via <strong>di</strong> questo rilancio avverrà con il <strong>di</strong>scorso<br />
<strong>di</strong> Mussolini all’Assemblea delle corporazioni<br />
nel maggio del 1937, in cui il capo del governo<br />
in<strong>di</strong>cherà i nuovi importanti traguar<strong>di</strong> per<br />
le miniere del Sulcis: un milione <strong>di</strong> tonnellate<br />
entro il 1938 (e due milioni nel 19 1), la costruzione<br />
<strong>di</strong> due gruppi <strong>di</strong> lavaggio capaci <strong>di</strong><br />
aumentare il potere calorico del minerale e,<br />
soprattutto, la costruzione della “grande città<br />
del carbone” per ospitare gli oltre 15 mila addetti<br />
necessari per assicurare il raggiungimento<br />
<strong>di</strong> quegli obiettivi.<br />
La fondazione della nuova città verrà ufficializzata<br />
da un regio decreto del novembre 1937<br />
e l’inaugurazione, alla presenza dello stesso<br />
Mussolini, avverrà il 18 <strong>di</strong>cembre dell’anno<br />
dopo, 300 giorni giusti dopo la posa della prima<br />
pietra. Il 31 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> quello stesso 1938<br />
gli iscritti all’anagrafe della nuova città erano<br />
già 7.860 !<br />
Meno positivi i risultati produttivi realizzati:<br />
poco meno <strong>di</strong> 500 mila tonnellate in quel<br />
1938, anche perché la nuova miniera <strong>di</strong> Serbariu<br />
non era potuta entrare a regime (il mi-