28.05.2013 Views

Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.

Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.

Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Passato & Presente<br />

ragione a Salvatore Cambosu, il raffinato<br />

scrittore <strong>di</strong> Orotelli autore <strong>di</strong> “Miele Amaro”,<br />

che ha raccontato come la nonna dei minatori<br />

<strong>di</strong> queste parti sulcitane, tia Vincenza Urru,<br />

morì centenaria nella convinzione che quel<br />

carbone <strong>di</strong> Bacu Abis fosse in origine oro purissimo,<br />

perdendo poi ogni valore per via <strong>di</strong><br />

un <strong>di</strong>abolico sortilegio, non appena venuto in<br />

contatto con le avide mani <strong>degli</strong> uomini.<br />

Quel che interessa qui rievocare è – andando<br />

in<strong>di</strong>etro <strong>di</strong> un’ottantina d’an-<br />

ni – che le sorti <strong>di</strong> quel carbone<br />

sono state affidate più agli<br />

interessi della politica che ai<br />

calcoli industriali, il che può<br />

valere per meglio comprenderne<br />

l’altalenare delle sorti.<br />

D’altra parte, questo “carbonsulcis” è un<br />

carbone a basso potere calorico, con un <strong>di</strong>fferenziale<br />

inferiore <strong>di</strong> circa il 25-30 per cento<br />

(3500/ 000 cal/kg contro 7500 cal/kg) sui<br />

carboni polacchi, inglesi o russi. Un carbone,<br />

quin<strong>di</strong>, che ha avuto sempre molte <strong>di</strong>fficoltà<br />

a competere con i ren<strong>di</strong>menti energetici <strong>degli</strong><br />

altri concorrenti internazionali. Proprio perché<br />

– come tutti sanno – il valore sui mercati<br />

internazionali <strong>di</strong> questo minerale lo si è sempre<br />

legato alle sue valenze caloriche.<br />

Per essere cronologicamente precisi, l’inizio<br />

<strong>di</strong> questa rievocazione lo si colloca nell’autunno<br />

del 1935 allorché il governo Mussolini<br />

avrebbe avviato un’azione <strong>di</strong> tutela per<br />

le risorse carbonifere nazionali, con la costituzione<br />

dell’Azienda Carboni Italiani – in<br />

acronimo A.Ca.I – incaricata <strong>di</strong> razionalizzare<br />

e potenziare le attività minerarie del<br />

Sulcis e dell’Istria, ritenute strategiche per<br />

l’in<strong>di</strong>pendenza nazionale dalle importazioni<br />

<strong>di</strong> carboni esteri.<br />

Si può ricordare che un telegramma ai<br />

prefetti dello stesso Mussolini dava <strong>di</strong>sposizioni<br />

perché il carbone nazionale “fosse<br />

sostituito ai carboni stranieri in tutti gli<br />

58<br />

<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong><br />

impieghi possibili”.<br />

Con l’ACaI, sotto la guida <strong>di</strong> un manager avveduto<br />

come il triestino Guido Segre, coa<strong>di</strong>uvato<br />

in consiglio dall’on. Vittorio Tre<strong>di</strong>ci, le<br />

miniere carbonifere sarde – riunite sotto la sigla<br />

“Carbosarda” – avrebbero ripreso in pieno<br />

la loro attività, ponendosi l’obiettivo <strong>di</strong> raggiungere<br />

interessanti risultati produttivi, in<br />

modo da alleviare l’import carbonifero della<br />

nazione stimato in 10-12 milioni <strong>di</strong> tonnellate/anno.<br />

Proprio per questo, l’in<strong>di</strong>-<br />

Con l’autarchia fascista<br />

rizzo autarchico adottato dal<br />

il carbonsulcis <strong>di</strong>venta<br />

governo fascista avrebbe im-<br />

il grande carbone italiano<br />

presso una spinta decisiva alle<br />

e nasce la città <strong>di</strong> Carbonia<br />

produzioni della Carbosarda,<br />

come a quelle dell’Arsia, per<br />

giungere a <strong>di</strong>mezzare – era questo l’in<strong>di</strong>rizzo<br />

– la <strong>di</strong>pendenza dall’estero.<br />

Il via <strong>di</strong> questo rilancio avverrà con il <strong>di</strong>scorso<br />

<strong>di</strong> Mussolini all’Assemblea delle corporazioni<br />

nel maggio del 1937, in cui il capo del governo<br />

in<strong>di</strong>cherà i nuovi importanti traguar<strong>di</strong> per<br />

le miniere del Sulcis: un milione <strong>di</strong> tonnellate<br />

entro il 1938 (e due milioni nel 19 1), la costruzione<br />

<strong>di</strong> due gruppi <strong>di</strong> lavaggio capaci <strong>di</strong><br />

aumentare il potere calorico del minerale e,<br />

soprattutto, la costruzione della “grande città<br />

del carbone” per ospitare gli oltre 15 mila addetti<br />

necessari per assicurare il raggiungimento<br />

<strong>di</strong> quegli obiettivi.<br />

La fondazione della nuova città verrà ufficializzata<br />

da un regio decreto del novembre 1937<br />

e l’inaugurazione, alla presenza dello stesso<br />

Mussolini, avverrà il 18 <strong>di</strong>cembre dell’anno<br />

dopo, 300 giorni giusti dopo la posa della prima<br />

pietra. Il 31 <strong>di</strong>cembre <strong>di</strong> quello stesso 1938<br />

gli iscritti all’anagrafe della nuova città erano<br />

già 7.860 !<br />

Meno positivi i risultati produttivi realizzati:<br />

poco meno <strong>di</strong> 500 mila tonnellate in quel<br />

1938, anche perché la nuova miniera <strong>di</strong> Serbariu<br />

non era potuta entrare a regime (il mi-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!