Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.
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Passato & Presente<br />
ra mon<strong>di</strong>ale. Tra l’altro, proprio per mantenere<br />
l’attenzione sulle vicende del bacino<br />
carbonifero, il timore, non infondato d’una<br />
possibile invasione <strong>degli</strong> eserciti anglo-americani,<br />
avrebbe provocato l’or<strong>di</strong>ne governativo<br />
<strong>di</strong> smobilitazione delle attività estrattive<br />
e, quin<strong>di</strong>, del progressivo licenziamento delle<br />
maestranze. E proprio nell’autunno del ’ 3, a<br />
poche settimane dall’armistizio chiesto dall’Italia<br />
sconfitta, gli anglo-americani avrebbero<br />
occupato la <strong>Sardegna</strong>.<br />
Da un articolo apparso su “<strong>Sardegna</strong> socialista”<br />
nel luglio 19 5, sarà possibile rievocare la<br />
tragica atmosfera <strong>di</strong> quei giorni. «Tra giugno e<br />
ottobre del 19 3 – si legge – gli operai presenti<br />
in miniera erano rimasti in poco più <strong>di</strong> 2500,<br />
mentre le produzioni erano<br />
precipitate verso zero. Gran<br />
parte delle maestranze sarde<br />
s’era <strong>di</strong>spersa nell’isola<br />
sotto l’assillo della fame incombente,<br />
mentre la maggior<br />
parte <strong>degli</strong> operai non<br />
sar<strong>di</strong> aveva lasciato precipitosamente l’isola.<br />
Ma l’esodo – o la fuga – aveva interessato anche<br />
i tecnici ed i <strong>di</strong>rigenti non sar<strong>di</strong>, creando<br />
così un clima <strong>di</strong> generale sfiducia rappresentato<br />
dal grido Carbonia è finita!».<br />
Proprio quel grido <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione, pur nella<br />
drammatica situazione in cui si trovava tutta<br />
l’isola, non fu lasciato cadere. Sotto la pressione<br />
della Commissione alleata <strong>di</strong> controllo (era<br />
l’organo <strong>di</strong> governo <strong>degli</strong> eserciti occupanti)<br />
già dal gennaio 19 la Carbosarda poté riprendere<br />
l’attività estrattiva, anche se fra <strong>di</strong>fficoltà<br />
d’ogni genere.<br />
Il mezzo milione <strong>di</strong> tonnellate estratte in<br />
quell’anno in<strong>di</strong>cano che la ripresa, anche se<br />
timidamente, s’era potuta avviare. Anche il<br />
positivo trend successivo, culminato con il<br />
superamento del milione <strong>di</strong> tonnellate nel<br />
19 7, confermerà le capacità produttive <strong>di</strong> un<br />
gruppo industriale – quello della Carbosarda<br />
60<br />
<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong><br />
Negli anni del primo dopoguerra<br />
a Carbonia si lotta e si spera<br />
per una ripresa produttiva<br />
perché riviva la città del carbone<br />
– certamente <strong>di</strong> elevato livello internazionale<br />
(nonostante i ren<strong>di</strong>menti giornata/operaio<br />
fossero rimasti ancora lontani dagli standard<br />
europei, soprattutto per l’alto tasso <strong>di</strong> assenteismo).<br />
Per dare un quadro sintetico della situazione,<br />
contro un ren<strong>di</strong>mento/giorno dell’operaio<br />
“europeo” pari a 0,550 tonn., nei cantieri del<br />
Sulcis s’era registrato un pericoloso trend in<br />
<strong>di</strong>scesa: dalle 0,3 8 del 19 0 alle 0,210 tonn.<br />
del 19 7!<br />
Comunque, ed al <strong>di</strong> là dei negativi risultati<br />
gestionali (sempre in profondo rosso), quella<br />
ripresa produttiva avrebbe fatto ritornare,<br />
attorno alla più giovane città dell’isola, ormai<br />
abitata da oltre 5 mila citta<strong>di</strong>ni, l’euforia <strong>degli</strong><br />
anni pre-bellici. Carbonia<br />
sarà nuovamente grande!, si<br />
gridava nelle piazze. Il management<br />
dell’azienda (tanto<br />
tecnicamente all’avanguar<strong>di</strong>a<br />
quanto sprovveduto<br />
in economia aziendale) si<br />
era posto da subito ambiziosi traguar<strong>di</strong>, decisa<br />
a poter raggiungere in tre-quattro anni il<br />
traguardo dei tre milioni <strong>di</strong> tonnellate. Per ottenere<br />
questi risultati si pre<strong>di</strong>sposero dei piani<br />
<strong>di</strong> rilancio con <strong>degli</strong> investimenti miliardari<br />
per una meccanizzazione ed automazione del<br />
lavoro tale da poter raggiungere – almeno in<br />
teoria – la me<strong>di</strong>a operaia <strong>di</strong> 0,600-0,650 tonn/<br />
giorno, nuovo record mon<strong>di</strong>ale. Purtroppo si<br />
sarebbero però <strong>di</strong>sattesi gli equilibri gestionali,<br />
incuranti delle voragini <strong>di</strong> debiti che s’andavano<br />
accumulando giorno dopo giorno (le<br />
per<strong>di</strong>te giornaliere ormai avevano superato<br />
abbondantemente i due milioni <strong>di</strong> lire).<br />
Sembrava interessare assai poco che i bilanci<br />
fossero sempre e costantemente in rosso (nel<br />
triennio 19 6- 8 furono accumulate per<strong>di</strong>te<br />
per oltre tre miliar<strong>di</strong> <strong>di</strong> lire del tempo, oltre 60<br />
milioni <strong>di</strong> euro d’oggi!). In effetti il carbonsulcis<br />
veniva venduto sui mercati ad un prezzo