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Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.

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<strong>di</strong>sfazioni e spinge a comportamenti estremi<br />

(straor<strong>di</strong>nari prolungati) che sono poi la causa<br />

della maggior parte <strong>degli</strong> infortuni sul lavoro.<br />

Si è pensato a tal proposito alla promozione del<br />

primo annuale appuntamento “Un giorno per<br />

il futuro” che si realizzerà in tutte le scuole italiane<br />

il prossimo 17 maggio, de<strong>di</strong>cato alla <strong>di</strong>ffusione<br />

della cultura previdenziale. Si tratta <strong>di</strong><br />

una campagna informativa rivolta a tutti i giovani<br />

d’Italia circa le pensioni e le scelte da fare<br />

per organizzare e proteggere il proprio futuro.<br />

Per rendere effettivamente tale il tirocinio formativo,<br />

il piano per l’occupabilità tende poi ad<br />

agire affinché gli stage promossi dagli atenei<br />

siano resi flessibili e modellabili nei contenuti<br />

come nella durata. Resta in ogni caso imprescin<strong>di</strong>bile<br />

la responsabilità delle università,<br />

quali soggetti promotori, nel vigilare sul buon<br />

andamento dei progetti formativi avviati dagli<br />

studenti all’interno delle aziende. Non solo<br />

le università, ma anche altre istituzioni pubbliche<br />

possono farsi promotrici <strong>di</strong> progetti<br />

<strong>di</strong> tirocinio, e tra queste un ruolo fondamentale<br />

lo si attribuisce alle Camere <strong>di</strong> Commercio<br />

quali aggregatrici delle istanze datoriali<br />

e raccoglitrici delle esigenze delle imprese.<br />

Molto si vuole puntare, infine, sugli strumenti<br />

<strong>di</strong> flessibilità offerti dalla riforma Biagi. Si<br />

vuole spingere sull’utilizzo sempre maggiore<br />

dello strumento dei “buoni lavoro” in alternativa<br />

al lavoro nero, e sul lavoro occasionale <strong>di</strong><br />

tipo accessorio regolato dalla legge Biagi. Per<br />

gli studenti si tratterebbe non solo <strong>di</strong> una occasione<br />

<strong>di</strong> red<strong>di</strong>to, ma anche <strong>di</strong> una possibilità in<br />

più <strong>di</strong> avvicinamento consapevole e informato<br />

al mondo del lavoro imparandone le regole, i<br />

contesti, incrementandone poi le possibilità <strong>di</strong><br />

inserimento e crescita occupazionale.<br />

5. Ripensare il ruolo della<br />

formazione universitaria<br />

L’università italiana, da decenni oggetto <strong>di</strong> numerose<br />

riforme, non ultima quella contestata<br />

Dialoghi & Confronti<br />

del Ministro Gelmini e recentemente approvata<br />

dal Parlamento, sembra essere un cantiere<br />

perennemente aperto del quale non si intravede<br />

la conclusione.<br />

Il miglioramento negli anni delle con<strong>di</strong>zioni<br />

economiche generali e l’ampliarsi delle possibilità<br />

<strong>di</strong> scelta, hanno reso possibile l’iscrizione<br />

<strong>di</strong> massa dei giovani nelle università, anche se<br />

ciò andava in contrasto con le reali esigenze del<br />

mercato del lavoro (si è detto prima della carenza<br />

<strong>di</strong> figure artigianali). Un simile comportamento<br />

è anche incentivato dalla <strong>di</strong>fficoltà dei<br />

giovani a trovare lavoro appena terminato il ciclo<br />

<strong>di</strong> <strong>stu<strong>di</strong></strong> secondario, percependo l’università<br />

come un “parcheggio” nel quale sostare in attesa<br />

<strong>di</strong> un impiego sperato. Numerosi sono però<br />

coloro che abbandonano gli <strong>stu<strong>di</strong></strong> già dopo<br />

il primo anno o si trascinano stancamente al<br />

conseguimento del titolo con risultati non eccelsi.<br />

Il recente proliferare <strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> laurea (a<br />

seguito della riforma del 3+2 voluta dal ministro<br />

Berlinguer) ha poi avuto l’effetto <strong>di</strong> creare<br />

percorsi <strong>di</strong> specializzazione poco specialistici e<br />

poco coerenti con il mercato del lavoro italiano<br />

nonché innalzare l’età <strong>di</strong> conseguimento del titolo,<br />

contribuendo ulteriormente ad accentuare<br />

le <strong>di</strong>fficoltà che un neolaureato italiano ha a<br />

trovare un’occupazione.<br />

Per superare queste <strong>di</strong>fficoltà, nei piani del Governo<br />

si legge che tutte le componenti del sistema<br />

universitario, a partire da chi ha le responsabilità<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>rezione ed in<strong>di</strong>rizzo politico, devono<br />

saper cogliere con coraggio e senza pregiu<strong>di</strong>ziali<br />

ideologiche la richiesta <strong>di</strong> rinnovamento che<br />

proviene dal mondo produttivo ed impren<strong>di</strong>toriale,<br />

e rendersi trasparenti nella condotta e<br />

nei risultati, <strong>di</strong>mostrare con la forza dei fatti la<br />

bontà dell’offerta formativa proposta e renderla<br />

affine alle esigenze concrete e ai fabbisogni occupazionali<br />

del territorio. Si vuole incoraggiare<br />

la formazione inter<strong>di</strong>sciplinare durante, e non<br />

solo dopo, i tra<strong>di</strong>zionali anni universitari, permettendo<br />

anche la frequenza <strong>di</strong> corsi e lauree<br />

<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong><br />

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