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Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.

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In Biblioteca<br />

112<br />

<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong><br />

Non è il paese che sognavo<br />

Taccuino laico per i 150 anni dell’Unità d’Italia<br />

Colloquio <strong>di</strong> Alberto Orioli con Carlo Azeglio Ciampi<br />

E<strong>di</strong>zione Il Saggiatore – pagine190<br />

Dicembre 2010<br />

«Un colloquio con Carlo Azeglio Ciampi sui 150 anni dell’Unità<br />

d’Italia significa fare un viaggio nel tempo <strong>degli</strong> ideali e<br />

nello spazio della nazione, fusi insieme nella convinzione profonda<br />

che l’Italia sia un paese saldo nella continuità patriottica<br />

tra Risorgimento, Resistenza e Costituente».<br />

Chi scrive quest’incipit al libro-intervista è Alberto Orioli, vice <strong>di</strong>rettore<br />

ed e<strong>di</strong>torialista del quoti<strong>di</strong>ano “Il Sole - 24 Ore”, che nella<br />

prima metà del 2010 ha avuto l’opportunità <strong>di</strong> colloquiare lungamente<br />

con il Presidente emerito della Repubblica su quel suo impegno,<br />

svolto con lucida determinatezza soprattutto nel settennato<br />

vissuto al Quirinale, per ridare smalto ed orgoglio al sentimento <strong>di</strong><br />

italianità, annacquato da tante fole separatiste. Quasi che si fosse<br />

posto il dovere <strong>di</strong> adempiere a quell’invito <strong>di</strong> Massimo d’Azeglio (o<br />

<strong>di</strong> chi per lui) perché, dopo fatta l’Italia, si facessero gli italiani.<br />

Ed è pertanto molto giusto ricordare come fu proprio Ciampi a ricercare<br />

ed a esaltare, in ogni circostanza, quella continuità ideale<br />

che deve esistere fra il Risorgimento, la Resistenza e la Costituente<br />

repubblicana. Perché c’è - e la si ritrova nella storia - una continuità<br />

d’ideali e <strong>di</strong> vocazioni fra quanti parteciparono a quelle tre<br />

tappe fondamentali del nostro essere Nazione. Purtroppo molti <strong>di</strong><br />

quei sentimenti e <strong>di</strong> quelle idealità si sono appannate ed altri impulsi,<br />

meno nobili e patriottici, sembrano averne preso il posto.<br />

Sarà proprio lo sguardo su questo <strong>di</strong>fficile presente a dare senso e<br />

ragione al titolo scelto per questo libro: “questo non è il paese che<br />

sognavo”. Perché per Ciampi quest’Italia del <strong>2011</strong> non è quel paese<br />

che aveva sognato in gioventù; perché il paese dei gran<strong>di</strong> ideali risorgimentali<br />

è <strong>di</strong>ventato il paese <strong>di</strong> una politica senza valori e senza<br />

ideali, del declino economico come dei gossip e <strong>degli</strong> scandali. Un<br />

paese <strong>di</strong>venuto, per <strong>di</strong>rla con un aggettivo usato da un giornalista<br />

straniero, “volgare” da quel che era in passato, nobile e bello.<br />

Così il Presidente si interroga: «dove sono i valori, la passione civile,<br />

la fiducia negli ideali? Come si vive oggi la <strong>di</strong>gnità delle persone,<br />

dell’intera nostra società?». Si tratta <strong>di</strong> domande retoriche,<br />

perché la risposta è implicita: non ci sono più ideali e la <strong>di</strong>gnità<br />

delle persone la si vive in grande sofferenza.

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