Sardegna Economica, N. 1/2011 - Università degli studi di Cagliari.
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In Biblioteca<br />
In queste domande-riflessioni c’è proprio tutta l’amarezza e la sofferenza<br />
del vecchio uomo delle istituzioni repubblicane (Governatore<br />
della Banca d’Italia, Presidente del Consiglio, Presidente della Repubblica),<br />
che ha percorso all’interno dello Stato un intenso e responsabile<br />
cammino. Ed appare amareggiato, molto amareggiato, nel constatare<br />
che c’è, nel paese, un cambio nelle sensibilità collettive, quasi che agli<br />
ideali venga contrapposta la ricchezza personale, la furbizia all’etica<br />
del servizio, l’imbroglio corsaro alla limpidezza dei comportamenti.<br />
Per cui è lecita la sua domanda: cosa lasceremo ai nostri giovani,<br />
ai nostri figli e nipoti? Su questo interrogativo si <strong>di</strong>pana il lungo filo<br />
rosso che lega e unisce tutto l’argomentare del Presidente emerito<br />
mentre il Paese si accinge a celebrare il centocinquantesimo anniversario<br />
della sua unità nazionale. E le sue esortazioni verso i giovani,<br />
come ricordate nel colloquio con Orioli, ritornano in più pagine:<br />
«bisogna fare in modo che i giovani acquisiscano soprattutto<br />
il senso <strong>di</strong> assunzione <strong>di</strong> responsabilità, la capacità <strong>di</strong> prendere decisioni,<br />
che non si facciano impressionare dagli impegni che la vita<br />
ci propone e che il nostro avvenire come società ci impone. Occorre<br />
quin<strong>di</strong> invitare i nostri giovani a prendere lo spazio che meritano e<br />
a rispondere soprattutto ai loro ideali puri <strong>di</strong> speranza e <strong>di</strong> fiducia».<br />
Il parlare <strong>di</strong> Ciampi è tutto entro quel Paese dei suoi sogni e dei<br />
suoi ideali, quello che – avvilito e ferito a morte in quel 1943-45 –<br />
aveva chiamato tutti i giovani d’allora all’impegno della ricostruzione.<br />
Così i <strong>di</strong>versi capitoli dell’intervista ne scan<strong>di</strong>scono le tappe:<br />
“Italia unita, la prova della storia” – “8 settembre, compleanno<br />
della Patria” – “La scommessa dell’inno <strong>di</strong> Mameli” – “L’Italia<br />
(poco) unita dell’industria” – “Dai briganti alla mafia” ...<br />
C’è quin<strong>di</strong> in questi, come in altri capitoli un po’ della “grande”<br />
storia d’Italia, <strong>degli</strong> ideali risorgimentali ritrovati e riperduti, <strong>di</strong><br />
un Paese dalle gran<strong>di</strong> potenzialità ma anche dalle gran<strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zioni<br />
e complessità. Un Paese, come ha detto qualcuno,<br />
che stenta ad essere Patria.<br />
Proprio “A mo’ <strong>di</strong> chiusa” il Presidente Ciampi ringrazia il suo<br />
intervistatore per aver tolto dalla polvere «fatti, volti, episo<strong>di</strong> forse<br />
mai del tutto <strong>di</strong>menticati, certo se<strong>di</strong>mentati negli strati più<br />
profon<strong>di</strong> della memoria, rendendomeli vicini e vivi». E che paiono,<br />
per noi lettori, <strong>di</strong> pregnante interesse.<br />
In questi giorni, in cui il ricordo dell’Unità nazionale è <strong>di</strong>venuto<br />
<strong>di</strong> grande attualità, riportando alla mente pagine luminose e pagine<br />
oscure <strong>di</strong> quel processo (dal Risorgimento alla Repubblica),<br />
leggere queste riflessioni, amare e stimolanti insieme, che Carlo<br />
Azeglio Ciampi ci ha riconsegnato in questo libro, può essere assai<br />
istruttivo e stimolante. Perché si capisca che occorra riappropriarsi<br />
<strong>di</strong> “alti”valori ideali per riportare i nostri giovani (ma<br />
anche noi tutti) a sognare una Patria migliore! •<br />
<strong>Sardegna</strong> <strong>Economica</strong> 1/<strong>2011</strong> 113