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Storie di ali zampe piume becchi e pinne... : scene di ... - IDEAnagni

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2.1. LA SCOPERTA DELLA NATURA<br />

2.I.I. I1 contatto con la natura<br />

L'uomo è parte integrante dell'ambiente esterno, <strong>di</strong>pende ed interagisce continua-<br />

mente con esso, ricevendo stimoli e informazioni che permettono uno sviluppo, un<br />

orientamento ed un adattamento armonioso alla realtà circostante.<br />

La natura offre all'uomo anche la possibilità <strong>di</strong> identificarsi e <strong>di</strong> ritrovare deile<br />

costanti della natura in sé stesso. L'in<strong>di</strong>viduo riflette nel suo piccolo la natura, le<br />

sue leggi, la sua oÍganuzzazione, i suoi ritmi. Il contatto con la natura permette,<br />

tramite l'identificazione, <strong>di</strong> prendere coscienza del proprio esistere.<br />

Oggi però la natura tende ad essere un semplice passatempo. L'uomo trascorre la<br />

maggior parte del suo tempo chiuso fra delle pareti (casa, ufficio, cinema, teatro,<br />

automobile,...).Ci si può chiedere dove vive il bambino e come passa il suo tempo...<br />

I b.ni, come gli adulti, trascorrono moltissimo tempo in casa, non vengono<br />

spesso a contatto con animaii, e spesso una delle loro attività preferite è guardare la<br />

televisione ; è quin<strong>di</strong> molto improbabile che possano percepire la natura nel proprio<br />

spazio <strong>di</strong> vita. In questo caso il b.no sarà molto <strong>di</strong>ffidente verso il mondo naturale e<br />

impreciso nella sua interpretazione. < Ban<strong>di</strong>re la realtà naturale dalla nostra consuetu<strong>di</strong>ne<br />

significa non saperla poi riconoscere, a tutti í livelli : non comprenderla<br />

quando ci lancia i suoi segn<strong>ali</strong>, non sopere <strong>di</strong>alogare con lei, non sentirla importante<br />

e parte della nostravita, non partecipare al suo destino. r'La consuetu<strong>di</strong>ne<br />

va intesa come capacità <strong>di</strong> unirsi, <strong>di</strong> ascoltare e partecipare e non come semplice<br />

frequentazione del mondo naturale. < Le famigliarità con un referente naturale è<br />

qualcosa <strong>di</strong> molto più profondo <strong>di</strong> una semplice frequentazione, è un giocare insieme,<br />

è aver aperto gli occhi nei suoi confronti, trasformandolo in un centro <strong>di</strong> interesse<br />

che assorbe molto <strong>di</strong>noi stessi. >r'Il rapporto con I'ambiente naturale in cui si<br />

vive è molto importante poiché permette <strong>di</strong> creare un senso <strong>di</strong> appartenenza,<br />

un'identità.<br />

La mia scelta <strong>di</strong> propone un progetto che tratti la realtà naturale deriva proprio dal<br />

fatto che al giorno d'oggi il bambino è sempre più isolato dalla natura. I1 mio desiderio<br />

è <strong>di</strong> quello <strong>di</strong> offrire la possibilità al bambino <strong>di</strong> prendere contatto con esso, <strong>di</strong><br />

creare un legame <strong>di</strong> simpatia e <strong>di</strong> vivere una bella esperienza che resti impressa nel<br />

suo bagaglio <strong>di</strong> vita e che porti il bambino e il fufuro adulto ad avere un rapporto<br />

positivo con il mondo nafurale. Il b.no manifesta istintivamente un intenso bisogno<br />

<strong>di</strong> contatto con la natura... se viene stimolato positivamente. La sua educazione<br />

avviene però spesso al riparo da ogni interazione con il mondo reale (e naturale) e<br />

tende a inibire il desiderio del b.no a provare, ad esplorare, portandolo alla <strong>di</strong>ffidenza<br />

e alla paura per ciò che non è conosciuto. o È un'educazione che spegne<br />

'R.<br />

MARCHESINI, Natura e pedasogia, ed. Theoria, Roma, 1996,p.82<br />

'R.<br />

ÌT,,IRRCHESINI, op. cit., p. 83<br />

6

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