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Inventario - Carte da legare

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ecitar commedie, e conversare con chicchessia affabilmente; non più catene, (…) alla reclusione<br />

antica sostituito il beneficio della vita attiva, ed i giocondi passatempi, e le salubri<br />

passeggiate per l’aprica campagna 40 .<br />

Negli anni immediatamente successivi alla secon<strong>da</strong> restaurazione borbonica,<br />

nel 1815, si cominciò a progettare un nuovo manicomio per la città di Palermo 41 ,<br />

che sarà aperto solo nel 1824 e che ricalcherà sia nell’organizzazione burocratica<br />

sia nelle pratiche terapeutiche quello di Aversa. La nuova «Casa» decongestionò in<br />

parte la struttura aversana, raccogliendo i matti dei domini reali al di là del Faro,<br />

ma, nonostante ciò, <strong>da</strong>lle statistiche del Lostritto per gli anni tra il 1814 e il 1823 42<br />

e del Cascella 43 per gli anni successivi si può rilevare come <strong>da</strong> poche centinaia i ricoverati<br />

ad Aversa raggiunsero nel 1871 la cifra di 8.169. E’ evidente come la gestione<br />

dell’istituto fosse diventata attraverso gli anni sempre più difficile, per cui<br />

sembrava opportuno accogliere il suggerimento del Lostritto della «istituzione di<br />

spe<strong>da</strong>li pe’ pazzi in differenti posti del Regno» 44 nel «capoluogo delle Puglie, delle<br />

Calabrie e degli Abruzzi tre diverse case, ciascuna delle quali racchiudessero i folli<br />

delle province rispettive» 45 . Ma la politica del decentramento, nonostante fosse ritenuta<br />

indispensabile, non veniva assolutamente perseguita, tanto che il direttore<br />

del manicomio di Aversa, Gaspare Virgilio, continuò a fare pressione affinché tutte<br />

le province del Sud peninsulare d’Italia ritirassero i loro ammalati <strong>da</strong>lle<br />

Reali Case. Vorrei che la mia povera voce fosse abbastanza autorevole, <strong>da</strong> scuotere le<br />

nostre province <strong>da</strong>l loro letargo, sicché esse smettendo alla fine l’indifferenza e il cinismo<br />

con cui trascurano la disgraziata classe dei pazzi, si facciano i loro asili 46 .<br />

L’auspicio del Virgilio si realizzerà solo tra il 1871 e il 1901, quando 12 province,<br />

Napoli, L’Aquila, Avellino, Bari, Campobasso, Catanzaro, Cosenza, Foggia,<br />

Lecce, Reggio Calabria, Salerno e Teramo si distaccheranno <strong>da</strong> Aversa creando<br />

propri nosocomi, mentre le province di Campobasso, Cosenza, Avellino, Bari,<br />

Foggia e Salerno sposteranno i loro ammalati a Nocera Inferiore 47 .<br />

Nel 1871, dunque, la Provincia di Napoli decideva di ritirare i suoi ammalati<br />

per collocarli alla Madonna dell’Arco nel limitrofo comune di S. Anastasia, in una<br />

40<br />

G. PARENTE, Origini e vicende ecclesiastiche della Città di Aversa. Frammenti storici, Napoli,<br />

1858, vol. II, p. 332.<br />

41<br />

V. D. CATAPANO, Aversa e la cultura psichiatrica italiana ed europea. Nota I: Palermo (1816-<br />

1824), in «Giornale storico di psicologia dinamica», Aversa, 1979, vol. III, fasc. 6.<br />

42<br />

G. LOSTRITTO, Sommario de’ risultamenti statistici ottenuti nelle Reali Case de’ Matti di Aversa<br />

nel decennio compreso tra il 1° gennaio 1814 al 31 dicembre 1823, in «Annali universali di medicina»,<br />

1827, vol. XLII.<br />

43<br />

F. CASCELLA, Il Reale Manicomio di Aversa nel I centenario <strong>da</strong>lla fon<strong>da</strong>zione, Aversa, Noviello,<br />

1913, pp.127-167.<br />

44<br />

G. LOSTRITTO, Ospe<strong>da</strong>li de’ pazzi, in «Esculapio», vol. V, 1829.<br />

45<br />

ASNa, Ministero degli affari interni, II inv., fs. 259.<br />

46<br />

G. VIRGILIO , Sull’ordinamento dei manicomi in Italia, Aversa, 1875.<br />

47<br />

V. D. CATAPANO, Appunti per una storia… cit., p. 234.<br />

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