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Inventario - Carte da legare

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che, richieste contestualmente all’ing. Dini e all’ufficio tecnico. L’appalto dei lavori<br />

in un primo momento fu affi<strong>da</strong>to <strong>da</strong>ll’amministrazione provinciale allo stesso<br />

Dini e, in seguito, all’ing. Migliaccio. Le pratiche per l’acquisto e l’occupazione<br />

dei terreni a Capodichino furono definite nel marzo 1897, ma i lavori iniziarono<br />

solo verso la fine del 1897, trascinandosi per anni tra interruzioni, incidenti gravi,<br />

problemi finanziari e sospetti tentativi di corruzione, a fronte di urgenti problematiche<br />

connesse ad un costante e progressivo aumento dei ricoverati. Difatti, nel 1899<br />

si registravano 922 pazienti di cui 542 maschi e 380 femmine.<br />

L’occupazione del manicomio di Capodichino cominciò solo nel 1909 e si<br />

completò un anno dopo, quando il numero dei folli era salito a 1128.<br />

Nel 1927 l’amministrazione provinciale deliberò di intitolare la struttura denominata<br />

fino ad allora «Manicomio di Capodichino» a Leonardo Bianchi, che<br />

l’aveva fortemente voluta. Il manicomio traduceva nella pratica un modello istituzionale<br />

delineato <strong>da</strong>lla legge del 1904, di cui lo stesso Bianchi era stato relatore in<br />

Parlamento. Nel 1930, durante la direzione Sciuti, erano ricoverati 1609 infermi,<br />

939 uomini e 670 donne. In questi anni ai 29 padiglioni iniziali ne furono aggiunti<br />

altri quattro <strong>da</strong> adibire alle lavorazioni, alla cabina elettrica e al frigorifero 74 . Inoltre,<br />

l’amministrazione provinciale aveva deliberato l’esproprio dei terreni intorno<br />

all’ospe<strong>da</strong>le preventivando una futura espansione dell’istituto attraverso la costruzione<br />

di altri padiglioni e per assicurare una forma di isolamento rispetto alle strutture<br />

abitative della città 75 . In soli venti anni il nuovo manicomio si era dotato di una<br />

biblioteca scientifica, che ammontava a circa 8000 volumi, 2000 opuscoli, oltre ai<br />

periodici scientifici 76 , di una biblioteca per i folli, di una tipografia e di una legatoria<br />

dove lavoravano anche i ricoverati; erano stati impiantati gabinetti per le ricerche<br />

di bromatologia, chimica clinica, anatomia patologica e sierologica. La direzione<br />

di Michele Sciuti, oltre ad apportare miglioramenti alla struttura edilizia, fu<br />

caratterizzata <strong>da</strong> un impegno costante di carattere terapeutico, seguendo quelle terapie<br />

che la scienza psichiatrica dell’epoca riteneva foriere di risultati ottimali. Nel<br />

1931 Sciuti affermava: «una delle mie principali preoccupazioni è stata quella di<br />

fornire l’Istituto di officine e di laboratori per impiegare il maggior numero possibile<br />

di ammalati al lavoro» 77 . I folli lavoravano nella calzoleria, in un laboratorio<br />

per lo sparto e la saggina, nella tipografia e legatoria, in un fabbrica di mattonelle,<br />

nella falegnameria, in un officina meccanica, nella sartoria e tessitoria, nella panet-<br />

74<br />

M. U. MANNAIUOLO - M. SCIUTI, L’ospe<strong>da</strong>le psichiatrico provinciale di Napoli nel presente e<br />

nell’avvenire, Napoli, 1928, pp. 5-9.<br />

75<br />

In realtà il tentativo di isolamento non dovette riuscire come dimostrano alcune richieste della<br />

direzione del manicomio all’amministrazione provinciale, affinché intervenisse contro alcune strutture<br />

industriali sorte nei paraggi dell’ospe<strong>da</strong>le, i cui rumori arrecavano grave <strong>da</strong>nno alla salute dei pazienti.<br />

Su tale argomento si ve<strong>da</strong>no AOLB, <strong>Carte</strong>ggio Capodichino, b. 2024, fasc. 655, nonché b.<br />

2030, fasc. 694.<br />

76<br />

M. U. MANNAIUOLO - M. SCIUTI, L’ospe<strong>da</strong>le psichiatrico provinciale di Napoli... cit., p. 4. La<br />

stima della dotazione libraria della biblioteca è di 6.000 volumi e 5.000 opuscoli nel successivo testo<br />

di Sciuti, I progressi dell’ospe<strong>da</strong>le psichiatrico di Napoli nell’ultimo quinquennio, Napoli, 1931, p.<br />

17.<br />

77<br />

M. SCIUTI, I progressi ... cit., p. 32.<br />

27

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