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Inventario - Carte da legare

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1946 era già in corso la riparazione e ristrutturazione di tutti gli edifici <strong>da</strong>nneggiati<br />

<strong>da</strong>lla guerra. Nel corso anni Cinquanta la documentazione lascia intravedere una<br />

situazione di sostanziale tranquillità, con l’entrata in funzione di un ulteriore padiglione<br />

- la IX sezione uomini - e un consoli<strong>da</strong>to ripristino della funzionalità medico-sanitaria.<br />

Le dimensioni assunte <strong>da</strong>ll’ospe<strong>da</strong>le in quel periodo, erano quelle che tuttora<br />

conserva. Il manicomio, difatti, si estende sulla collina di Capodichino a nord-est<br />

della città, ad 85 metri sul livello del mare, su un’area di 220.000 metri quadri ricchissima<br />

di spazi verdi. In essa erano distribuiti 33 edifici riuniti insieme <strong>da</strong> ampi<br />

passaggi coperti di dimensioni e di epoche diverse, che coprono una superficie di<br />

78.000 m 2 . L’edificio centrale prospiciente l’ingresso principale era adibito agli uffici<br />

amministrativi, alla direzione, alla biblioteca, ai gabinetti scientifici,<br />

all’alloggio dei medici di guardia e del personale di assistenza religioso. Alle spalle<br />

dell’edificio principale sorgevano in progressione i diversi padiglioni adibiti al ricovero<br />

degli ammalati, a destra quelli femminili e a sinistra quelli maschili, con al<br />

centro fabbricati per i servizi generali e i laboratori.<br />

A partire <strong>da</strong>gli anni Cinquanta le situazioni di eccessivo sovraffollamento si<br />

poterono evitare grazie alla presenza di quattro cliniche psichiatriche private, al<br />

sorgere in città di altri istituti psichiatrici pubblici, quali le cliniche neuropsichiatriche<br />

del reparto neurologico dell’ospe<strong>da</strong>le Car<strong>da</strong>relli, del reparto neuropsichiatrico<br />

dell’ospe<strong>da</strong>le S. Gennaro e del reparto neurochirurgico dell’ospe<strong>da</strong>le Loreto Nuovo.<br />

Alla sistemazione raggiunta <strong>da</strong>l Bianchi poc’anzi descritta, il cui mantenimento<br />

comportò un non lieve impegno di spesa per la Provincia, si accompagnò anche la<br />

dotazione di attrezzature scientifiche moderne, particolarmente per quel che concerne<br />

il reparto operatorio, il gabinetto di terapia fisica, il laboratorio micrografico<br />

e chimico, i laboratori di antropologia, psicologia, elettroencefalografia, elettroshockterapia.<br />

Erano presenti sezioni di osservazione e di cure attive per acuti cronici,<br />

sezioni geriatriche, infermerie per malattie acute ed infettive, reparti di isolamento<br />

per contagiosi; reparti di ergoterapie, ludoterapie e terapia di ambiente 90 . Nel 1962<br />

è testimoniata la presenza di un pronto soccorso per rilevare esternamente ammalati<br />

bisognevoli di ricovero, nonché un servizio di selezione in istituti di neuropsichiatria<br />

infantile o in esternati sotto forma di asili scuola. L’ambulatorio, inoltre,<br />

provvedeva a un servizio di assistenza parkinsoniani 91 . I servizi di oculistica, dermatologia,<br />

cardiologia, otorinolaringoiatria, ginecologia, chirurgia e anestesia erano<br />

affi<strong>da</strong>ti a consulenze esterne, per le quali l’amministrazione provinciale provvedeva<br />

direttamente a stipulare specifiche convenzioni pluriennali con noti specialisti<br />

presenti in città 92 .<br />

Un importante servizio convenzionato, stipulato <strong>da</strong>ll’amministrazione provin-<br />

90<br />

Ibid., b. 2037, fasc. 738.<br />

91<br />

Ibidem.<br />

92<br />

La documentazione specifica su questi servizi è conservata nei fascicoli del personale straordinario<br />

e nei non numerosi fascicoli della categoria 17.<br />

30

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