16.06.2013 Views

PDF (Full text)

PDF (Full text)

PDF (Full text)

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

L’altezza del gradino rappresenta il costo aggiuntivo per aumentare<br />

la capacità produttiva mentre la lunghezza rappresenta l’aumento di capa-<br />

cità.<br />

Gli autori, in merito alla classificazione dei costi della manodopera,<br />

hanno assunto diverse posizioni. La maggioranza li considera rientrati nel-<br />

la categoria dei costi fissi, in quanto la legislazione vigente in Italia rende<br />

molto difficile, se non impossibile, il licenziamento dei lavoratori. Si tratta<br />

dunque di una componente di costo che non può essere variata in funzione<br />

della capacità produttiva occorrente all’azienda in uno specifico periodo di<br />

tempo, anche se negli ultimi anni in seguito all’adozione di provvedimenti<br />

legislativi - in merito ai contratti a tempo determinato, ai collaboratori esterni<br />

e ai lavoratori interinali - ha permesso l’aumento della flessibilità del<br />

lavoro, e dunque la maggior variabilità di tali costi32 .<br />

Una delle applicazioni più note della classificazione basata sui volumi<br />

di produzione è il diagramma di redditività33 che permette di calcolare la<br />

quantità minima di output da produrre affinché l’azienda riesca a coprire<br />

la totalità dei suoi costi. È possibile rappresentare graficamente la relazione<br />

esistente tra costi e ricavi:<br />

32 Al riguardo , infatti, AA.VV., Sistemi di controllo, p. 29 osservano: «a prescindere dai<br />

vincoli giuridici e istituzionali, la manodopera qualificata è spesso a tutti gli effetti una risorsa<br />

impegnata che non sarebbe conveniente licenziare nei momento di calo dell’attività<br />

per poi riassumere successivamente (…) le imprese tendono quindi a dimensionare<br />

l’organico leggermente al di sotto del fabbisogno previsto nel medio - lungo periodo e<br />

fanno poi svolgere all’esterno – sostenendo in tal modo un costo variabile puro – la parte<br />

residua di attività non fronteggiabile con straordinario o con altre forme di flessibilità del<br />

lavoro». Al contrario SANTESSO, Contabilità dei costi, p. 16 considera il costo della manodopera<br />

diretta come un costo a gradino infatti osserva: «per quanto riguarda il costo della<br />

manodopera, a meno che l’impresa non si avvalga di cottimisti retribuiti in proporzione al<br />

lavoro svolto, essa ottiene la disponibilità dei servizi lavorativi mediante assunzione di dipendenti,<br />

ciascuno dei quali consente di soddisfare alle esigenze di dati intervalli di volume<br />

produttivo».<br />

33 Per quanto riguarda però l’applicazione del modello alle imprese che operano su commessa<br />

CREMONESI, Il controllo di gestione, p. 165 osserva: «Nelle aziende che lavorano su<br />

commessa non è possibile eseguire un diagramma di redditività aziendale. In tal caso<br />

conviene abbandonare l’idea di poter elaborare diagrammi che risulterebbero del tutto<br />

fittizi, perché privi di una base reale di calcolo, e limitarsi a tener sotto controllo solo il<br />

rapporto costi fissi/costi globali, stabilendo a buon senso il limite (il break-even point)<br />

oltre il quale sarebbe pericoloso andare per una sana gestione aziendale, che dovrà invece<br />

tendere a diminuire al minimo i costi fissi».<br />

33

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!