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INTRODUZIONE<br />

Una delle prime nozioni teoriche che vengono insegnate in un corso<br />

base d’economia aziendale è il concetto d’efficacia ed efficienza gestionali<br />

ossia s’intende la capacità dell’azienda di raggiungere gli obiettivi prefissati<br />

ex ante (efficacia) e la capacità di produrre alle condizioni migliori ovvero<br />

con il minimo utilizzo di fattori produttivi (efficienza). La prima domanda<br />

che si pone (o ci si dovrebbe porre) è la seguente: ma com’è possibile<br />

valutare - attraverso strumenti metodologici - l’efficacia e l’efficienza?<br />

Facendo ricorso al controllo di gestione, il quale si propone proprio di analizzare<br />

- attraverso una serie di strumenti d’analisi elaborati nella teoria e<br />

nella pratica – il grado di raggiungimento degli obiettivi fissati in sede di<br />

programmazione e la capacità di raggiungerli nel modo più efficiente possibile;<br />

con la possibilità di intervenire immediatamente durante la produzione<br />

per effettuare delle azioni correttive al fine di riportare la gestione<br />

sui “binari” giusti evitando le eventuali inefficienze.<br />

In un contesto economico caratterizzato da un’elevata dinamicità -<br />

che rende difficilmente prevedibile il mercato - e da un elevato grado di<br />

competitività, com’è quello dei nostri giorni, il controllo di gestione ha assunto<br />

un ruolo determinante nelle imprese che in passato avevano spostato<br />

attenzione e tempo soprattutto sulla finanza la quale in un contesto di<br />

mercato favorevole, garantiva di ottenere una redditività superiore rispetto<br />

alle performance ottenibili attraverso la produzione di prodotti e la distribuzione<br />

di servizi. Difatti, spesso, analizzando i bilanci, era possibile osservare<br />

imprese che presentavano a livello di bilancio un risultato operativo -<br />

derivante dalla normale attività delle imprese, dunque la produzione e la<br />

vendita dei propri beni – negativo, compensato dal risultato della gestione<br />

finanziaria (proventi derivanti principalmente dagli utili provenienti da<br />

partecipazioni e dalle cedole d’interesse obbligazionarie) 1 .<br />

1 Si pensi al riguardo che il rendimento dei BOT nell’anno 1990 era del 12,4%, mentre in<br />

una delle ultime quotazioni il rendimento è stato del 3,97%.<br />

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