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sivo perfezionamento dell’ordine da parte del cliente in quanto un prezzo<br />

troppo elevato potrebbe far desistere il cliente ad accettare le condizioni<br />

praticate dall’impresa; in secondo luogo perché il prezzo di vendita rappresenta<br />

uno dei fattori di input per la redazione del conto economico di<br />

commessa che fungerà da strumento per effettuare l’analisi di convenienza<br />

economica nell’accettare o meno l’ordine.<br />

La metodologia che comunemente59 viene seguita per la fissazione<br />

del prezzo di vendita nelle imprese che producono su commessa consiste<br />

nel sommare un adeguato ricarico al costo complessivo (full costing); in<br />

formule:<br />

oppure:<br />

prezzo di vendita = costo complessivo + ricarico<br />

prezzo di vendita = costo complessivo x (1+ percentuale di ricarico)<br />

L’idea di fondo di tale metodo è che il prezzo di vendita non solo deve<br />

essere in grado di coprire i costi diretti e la quota di costi indiretti che ven-<br />

59 Critico al riguardo SIMONS, La formazione dei prezzi per i prodotti su commessa, p. 24<br />

che osserva: «Il costo e particolarmente il costo complessivo, non costituisce affatto il criterio<br />

ideale per delegare la determinazione dei prezzi.(…)Innanzitutto non sussiste alcun<br />

legame veramente obiettivo tra prodotto e prezzo dal momento che le due entità sono legate<br />

dal costo di fabbricazione, caratterizzato a sua volta da tre elementi soggettivi:<br />

l’arbitraria attribuzione delle spese generali, il metodo di fabbricazione, e la stima dei<br />

tempi di produzione. In secondo luogo i prezzi così stabiliti non sono orientati al mercato<br />

ma correlati alla particolare esperienza in fatto di costi di una determinata azienda, interpretati<br />

poi in modo del tutto soggettivo. Al compratore interessa poco o nulla di questi costi.<br />

Egli non è affatto disposto a pagare di più il prodotto dell’azienda A rispetto a quello<br />

dell’azienda B solo perché il sistema di costi dell’azienda A ha pensato bene di sovraccaricare<br />

il reparto che fabbrica il prodotto con una eccessiva quota di spese girali, o perché<br />

più alta è la sua incidenza di scarti o perché ha acquistato il rame proprio nel momento in<br />

cui era carissimo o per altre siffatte ragioni che non influenzano per niente, dal punto di<br />

vista del compratore, il valore del prodotto. (…)Per concludere, il compratore è disposto a<br />

pagare solo ed esclusivamente per qualsiasi cosa abbia per lui una qualche utilità.<br />

(…)Quel che preme al compratore è, per così dire, l’output, mentre un sistema di prezzi<br />

basato sui costi fa riferimento all’input; e che l’uno non sia in funzione dell’altro è dimostrato<br />

anche, tra l’altro, dalla difficoltà di misurare la produttività».<br />

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