2008 - Dipartimento di Prevenzione Ulss 20 di Verona

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Dipartimento di Prevenzione - Ulss 20 di Verona Relazione Sanitaria anno 2008elevati l'adesione alla vaccinazione contro morbillo, parotite, rosolia, a confermare ancora che ladistinzione tra vaccinazioni obbligatorie e facoltative è sostanzialmente priva di rilievo.Ad un confronto con la media regionale, i dati della nostra ulss evidenziano una coperturapiù elevata per le vaccinazioni somministrate nei primi due anni di età, contro una più bassacopertura per le vaccinazioni di richiamo somministrate intorno ai sei anni (4° dose polio e didifterite-tetano, 2° dose MPR) conseguenza soprattutto di un ritardo nella somministrazioni dei"richiami". Infine la bassa percentuale di vaccinati con dTp tra i quindicenni è dovutaprincipalmente a problemi nella registrazione informatizzata delle dosi di richiamo con il vaccinocombinato difterite-tetano-pertosse per adolescenti.Nel corso dell'anno è iniziata la campagna di vaccinazione delle ragazze dodicenni controil virus HPV: questa vaccinazione è iniziata in ritardo, rispetto a quanto programmato, per lanotevole richiesta di vaccinazione con il vaccino antimeningococco C, a causa delNUOVAtimore che si era diffuso nella popolazione dopo il focolaio epidemico comparso inVACCINAZIONEprovincia di Treviso alla fine del 2007. L'adesione alla vaccinazione contro il papillomavirus è stata di circa l'80% delle ragazze invitate; entro la fine dell'anno è stato possibilecompletare il ciclo vaccinale nel 73 % delle ragazze appartenenti alla coorte 1996.COUNSELLING E FORMAZIONENel corso del 2008 è stata conclusa la formazione al counselling in ambito vaccinale neidistretti Socio Sanitari dell’ULSS, con la realizzazione di tre corsi nei mesi di gennaio efebbraio.Come per il passato, le figure professionali coinvolte sono state: Assistenti Sanitarie,Vigilatrici d’Infanzia, Infermieri, Medici Igienisti, Medici Vaccinatori e Pediatri di Famiglia.Il corso è stato globalmente apprezzato specie per le sue caratteristiche innovative dicontenuti e nelle modalità di conduzione.Al termine dei corsi, alcune ULSS hanno avanzato la richiesta di corsi diperfezionamento: in effetti per affrontare le situazioni più impegnative potrebbe essereopportuno preparare un nucleo di persone alle quali affidare il compito di seguire i casi piùcomplessi. Si sta valutando se possano essere realizzati dei corsi di formazione a distanza (FAD)anche per questi temi. Sono stati chiesti alla Direzione Regionale per la Prevenzionel’autorizzazione e un finanziamento per la predisposizione di alcuni corsi FAD sulle principaliconoscenze sulla buona pratica nelle attività vaccinali e sulla conoscenza delle controindicazionialle vaccinazioni e sul trattamento delle reazioni avverse: nei prossimi anni la partecipazione a talicorsi di formazione dovrà costituire un requisito indispensabile per tutti gli operatori dei servizivaccinali della Regione.QUALITÀLa Direzione Regionale per la Prevenzione da alcuni anni ha affidato al Dipartimento diPrevenzione della ULSS 20 di Verona il coordinamento del gruppo di lavoro che sviluppa unprogetto relativo al Miglioramento della qualità dei servizi vaccinali, gruppo che è formatoprincipalmente da rappresentanti del Dipartimento di Prevenzione e del Servizio Qualitàdell’ULSS 20.46
Dipartimento di Prevenzione - Ulss 20 di Verona Relazione Sanitaria anno 2008Grazie alla collaborazione con i responsabili per l'attuazione della Legge Regionale22/2002 di ciascuna ULSS, nel corso del 2007 era stata completata l'autovalutazione dellesingole sedi vaccinali, focalizzando l'attenzione sui requisiti specifici dell'ambulatorio perl'attività vaccinale. Questa operazione si è resa utile non solo per la rilevazione delle criticità diciascuna azienda, ma anche per favorire la fase di Autorizzazione prevista dalla legge regionale22/2002.Tuttavia, per verificare l’effettiva validità del modello di non obbligatorietà ha unamodesta importanza l’adeguatezza dei locali e delle attrezzature mentre risulta strategico ilmonitoraggio della copertura vaccinale: pertanto è necessario attuare un sistema di “supporto”delle Aziende nelle quali non vengano raggiunti risultati soddisfacenti.Sulla base di queste considerazioni il gruppo di lavoro ha preparato e proposto alla AMBULATORIdirezione Regionale un "Progetto di audit" o visita di verifica.VACCINALIPoiché l’individuazione degli interventi di supporto appropriati per ciascuna realtà “PROGETTO DInon possono prescindere da un’analisi del caso, può risultare opportuno effettuare un AUDIT”sopralluogo in determinati contesti al fine di rilevare quali siano le criticità e comesia necessario agire nel tentativo di trovare soluzioni efficaci: tale controllo si configura secondoil modello di audit, cioè un processo di verifica sistematico e documentato per conoscere evalutare, con evidenza oggettiva, se quanto avviene in un'organizzazione è conforme adeterminati criteri definiti e presi come riferimento, e per comunicare i risultati di questoprocesso a chi ha richiesto l’audit.L’audit deve seguire un metodo codificato e approvato a livello regionale, e non deve avereil carattere di un’indagine ispettiva, ma di un confronto fra pari, una revisione oggettiva delprocesso vaccinale in un definito ambito territoriale, organizzativo, epidemiologico, economico esociologico.L’essenza di tale operazione non è l’individuazione di problemi, ma soprattutto ladefinizione di possibili soluzioni.Per effettuare tale ricognizione è necessaria un’analisi dei processi che consideri i variaspetti del sistema, identificando modalità di misurazione della qualità degli stessi al fine diidentificare quali siano i punti di debolezza da gestire.Avendo già effettuato un’analisi dei processi nella fase di preparazione all’autorizzazione,è stato possibile evidenziare alcuni aspetti che potessero da una parte approfondire i requisiti diqualità già individuati nella fase di autorizzazione, dall’altra indagare aspetti nonprecedentemente valutati, ma importanti ai fini della comprensione delle realtà specifiche.MORBILLONel corso dell’anno passato nella nostra ULSS sono stati segnalati soltanto due casiconfermati di morbillo, mentre altri tre casi segnalati come sospetti non sono statiSOLOconfermati dal test sierologico. Si tratta di due persone adulte: una insegnante di2 CASIDI MORBILLOscuola elementare di 29 anni e una commessa di un negozio di articoli da regalo, delcentro città, dell'età di 31 anni.Questi pochi casi confermano come questa malattia infettiva sia quasi scomparsa nellefasce più giovani, per effetto della vaccinazione, e ormai non sia più una patologia pediatrica madi competenza del Medico di Medicina Generale, comportando talvolta difficoltà di diagnosi.La copertura all’età di 18 mesi registrata quest’anno è risultata del 95%, mentre in alcunearee raggiunge punte del 98%,47
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