Cina - Paolino Vitolo
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locandine e fotografie di<br />
artisti famosi che ne a‐<br />
dornano il perimetro.<br />
Superato il teatro attra‐<br />
versiamo un ampio giardi‐<br />
no molto ben curato e<br />
notiamo un altro edificio<br />
di aspetto moderno e di<br />
forma circolare. E’ lo<br />
Shanghai Museum, dedi‐<br />
cato all’arte e<br />
all’artigianato cinese. La<br />
guida del Touring ne parla in maniera mirabolante: fu progettato nel 1994<br />
dall’architetto Xing Tonghe ed ha la forma di un tripode, in cinese ding,<br />
custodito all’interno del museo stesso. Visitarlo è praticamente un obbligo<br />
e infatti Olga dichiara che domani dedicherà la giornata alla visita di questo<br />
museo. Alfonso ovviamente è dello stesso parere, mentre Gianfranco ed io<br />
ci riserviamo di decidere, perché, considerata la perenne tirannia del tempo,<br />
forse sceglieremo di visitare più a fondo la città.<br />
Per ora decidiamo di andare alla cosiddetta Concessione Francese, quartie‐<br />
re coloniale di aspetto occidentale, dove abitavano appunto gli europei nei<br />
primi decenni del secolo scorso, quando Shanghai era forse la città meno<br />
cinese della <strong>Cina</strong>. Con l’aiuto della cartina della guida del Touring ci dirigia‐<br />
mo verso la Concessione. Per attraversare il viale che delimita la piazza del<br />
Popolo a sud, usiamo un sottopassaggio completamente spoglio, ma pulito<br />
in maniera pressoché maniacale. In fondo al sottopassaggio notiamo una<br />
piccola cabina in cui staziona il guardiano del sottopassaggio, che eviden‐<br />
temente ha anche il compito di mantenerlo pulito, perché nei pressi notia‐<br />
mo, per così dire, i suoi ferri del mestiere, cioè secchio, scopa, pezza e maz‐<br />
za per lavare. Abbiamo un’ulteriore conferma che in <strong>Cina</strong> non esiste un<br />
lavoro tanto umile da non essere degno di essere fatto bene. E questo è<br />
indubbiamente un punto a favore dei cinesi.<br />
Arriviamo finalmente alla Concessione Francese. Le strade sono squadrate e<br />
ornate di alberi, con bei negozi e bei giardini: si ha l’impressione di essere in<br />
un arrondissement di Parigi. Siamo attirati soprattutto da un grande nego‐<br />
zio di generi alimentari, dove vendono prodotti molto più comprensibili e<br />
normali di quelli che avevamo visto a Canton. In particolare diamo<br />
un’occhiata all’olio di oliva, perché Alfonso Amendola, un nostro amico di<br />
Roccagloriosa, presso Palinuro, che produce un olio d’oliva squisito, è inte‐<br />
ressato al mercato cinese e ci ha chiesto di informarci e documentarci. Non<br />
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