Cina - Paolino Vitolo
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per i rimpianti e subito siamo nel traffico caotico di questa metropoli di<br />
quasi undici milioni di abitanti. Impieghiamo quasi un’ora per arrivare<br />
all’aeroporto e, caricati i bagagli sui carrelli ci avviamo subito al check‐in del<br />
volo China Southern Airlines 3547 per Shanghai. Sono circa le 17,30 e ab‐<br />
biamo quindi un margine amplissimo (il volo parte alle 19,10), ma al check‐<br />
in abbiamo il primo brivido di un viaggio che sembra nascere leggermente<br />
sfortunato. Io presento all’impiegata le stampe delle prenotazioni e‐dreams<br />
insieme con i passaporti, ma dopo lunga ricerca, la ragazza ci dice che la<br />
prenotazione non esiste e ci manda presso una specie di sportello reclami.<br />
Qui un’impiegata più anziana fa altre ricerche, con noi che naturalmente<br />
friggiamo sui carboni ardenti, e finalmente trova le prenotazioni. Tutto è<br />
bene ciò che finisce bene: con un sospiro di sollievo i nostri bagagli vengono<br />
imbarcati e possiamo rilassarci fino alla partenza. In effetti, scartabellando<br />
tra i ricordi del viaggio al ritorno in Italia, mi accorgerò che la conferma di<br />
questo volo mi era arrivata stranamente due volte via e‐mail. Evidentemen‐<br />
te la prima conferma era in qualche modo sbagliata e perciò me ne avevano<br />
mandato un’altra. Io però non ci avevo fatto caso ed avevo stampato solo<br />
la prima.<br />
Partiamo, mangiamo una frugale cena a bordo e atterriamo a Shanghai,<br />
aeroporto Hongquiao, quando è notte fonda e pioviggina pure. E’ la prima<br />
volta che troviamo pioggia in <strong>Cina</strong> e la cosa mi disturba non poco. Dopo un<br />
percorso lunghissimo attraverso scale e corridoi arriviamo al salone del<br />
ritiro bagagli, che in verità ha un aspetto vecchio e dimesso. Ci accostiamo<br />
al nastro del nostro volo da Guangzhou e pazientemente aspettiamo. Dopo<br />
un tempo interminabile suona il cicalino e cominciano a girare alcuni baga‐<br />
gli, evidentemente pochi in rapporto al numero di persone che sta aspet‐<br />
tando. I bagagli girano e nessuno li prende. Dopo alcuni minuti di questa<br />
storia, sul tabellone sparisce il nome del nostro volo e appare quello di un<br />
altro volo da una città sconosciuta. Siamo perplessi e l’unica consolazione è<br />
che anche gli altri passeggeri sono nella stessa situazione. Qualcuno comin‐<br />
cia a protestare e dopo un po’ tutta la folla, noi compresi, si avvia come un<br />
sol uomo presso una specie di ufficio reclami. Un impiegato spiega qualcosa<br />
in cinese; lo interroghiamo in inglese e riusciamo a capire soltanto che i<br />
bagagli non sono arrivati. Non capiamo però se sono solo in ritardo oppure<br />
hanno preso il volo per un’altra parte del mondo. Quando già comincio a<br />
temere il peggio, come per incanto il nastro ricomincia a girare, riappare il<br />
nome del nostro volo e i bagagli miracolosamente arrivano.<br />
Tiriamo un secondo sospiro di sollievo e ci avviamo a cercare un taxi. A<br />
differenza dell’aeroporto di Guagzhou, che era enorme, questo ci sembra<br />
piccolo, vecchio e congestionato. In effetti Shanghai ha due aeroporti e<br />
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