Cina - Paolino Vitolo
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Arriva il pranzo e subito dopo, poiché i film sono gli stessi dell’andata e non<br />
voglio certo rivedere “Il postino di Neruda” né mi interessa “L’incredibile<br />
Hulk”, scelgo di vedere “La mia Africa” in lingua originale (“Out of Africa”).<br />
Aiutato evidentemente dal ricordo del film già visto in italiano, non ho nes‐<br />
suna difficoltà con l’inglese e passo molto piacevolmente più di due ore del<br />
lungo viaggio. Finito il film, mi avvio al finestrino di coda, che è l’unico di‐<br />
sponibile per affacciarsi, per vedere se siamo già sulla catena dei monti<br />
Urali. Non vedo montagne, ma solo una pianura costellata di corsi d’acqua e<br />
laghetti dall’aspetto ghiacciato: deve essere la Siberia, perché ho<br />
un’improvvisa sensazione di freddo addosso. Ritorno al mio posto e sul<br />
video consulto la posizione dell’aereo: in effetti non siamo ancora sugli<br />
Urali, anche se devono essere molto vicini. Aspetto un po’ e, quando penso<br />
che stiamo sorvolando le montagne, ritorno al finestrino di prua insieme<br />
con Gianfranco. C’è già una signora alla quale chiedo in inglese se si vedono<br />
i monti Urali; mi risponde: “It’s very cloudy” e subito traduco “E’ molto<br />
nuvoloso” per Gianfranco. Con mia grande sorpresa la signora comincia a<br />
parlare in perfetto italiano, anche se con un piacevole accento francese. E’<br />
infatti di genitori italiani, anche se vive a Grasse, vicino Nizza, e di mestiere<br />
affitta appartamenti e residence in Sardegna. Mi scrive anche su una pagina<br />
del blocchetto i suoi reca‐<br />
piti, nel caso volessimo<br />
andare in Sardegna. Pote‐<br />
te vederli qui a fianco.<br />
Mentre conversiamo a‐<br />
mabilmente in italiano si<br />
avvicina un’hostess anzia‐<br />
na, di aspetto rigorosa‐<br />
mente British Airways, e<br />
incredibilmente si mette a<br />
parlare in italiano anche<br />
lei. Nuovamente stupito<br />
esclamo: “Ma su questo aereo parlano tutti italiano!” e l’hostess mi rispon‐<br />
de: “ Sì, e anche lei lo parla benissimo”. Al che io ribatto: “Ma io sono italia‐<br />
no!”. Chissà per chi mi aveva preso: forse ho un aspetto poco latino.<br />
Finalmente, stancamente arriviamo sul cielo di Londra. Per il nostro fuso<br />
orario, quello cinese, è molto tardi e siamo giustamente stanchi come si<br />
può esserlo dopo dodici ore di viaggio in un aereo. Ma qui è ancora giorno,<br />
perché sono le 3 del pomeriggio, e ci attende ancora una lunga attesa<br />
all’aeroporto di London Heathrow e poi un altro volo di durata non trascu‐<br />
rabile per Roma. Ma è inutile pensarci.<br />
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