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Cina - Paolino Vitolo

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ma, sono disponibili quattro posti con le Hainan Airlines per domattina alle<br />

10. Non c’è scelta: dobbiamo comprare subito gli altri biglietti e poi cerche‐<br />

remo di farci rimborsare almeno parzialmente quelli non utilizzati di Air<br />

China. Per inciso, al ritorno in Italia ho chiesto questo rimborso a e‐dreams,<br />

ma, nonostante la risposta positiva, al momento in cui scrivo (marzo 2009)<br />

il rimborso non è ancora arrivato. Come puntualmente indicato dalla guida<br />

del Touring, per comprare i biglietti dobbiamo pagare in contanti, perché le<br />

biglietterie degli aeroporti cinesi non accettano carte di credito. Dobbiamo<br />

quindi fare un mezzo chilometro nei saloni del terminal per trovare uno<br />

sportello ATM che ci fornisca il contante necessario. Risolto questo proble‐<br />

ma, dobbiamo quindi risolvere quello della cena e del pernottamento. Per<br />

questo ci fanno accomodare ad un altro bancone, quello della prenotazio‐<br />

ne hotel. Comunico all’impiegata le nostre richieste in inglese e subito<br />

troviamo le camere all’Aviation Hotel, che sta accanto all’aeroporto; infatti<br />

sarebbe stato pazzesco andare a dormire a Xi’an, a 45 minuti di distanza, se<br />

tutto va bene. Sembra tutto risolto, quando Alfonso mi pone giustamente<br />

una semplice domanda: c’è il ristorante nell’albergo, per poter cenare? Giro<br />

la domanda nel mio miglior inglese alla ragazza delle prenotazioni e, con<br />

mia grande sorpresa, entro in uno di quei terribili vortici di incomprensione<br />

che nascono quando si esce dai discorsi canonici e codificati. Eppure la do‐<br />

manda mi sembrava normale e legittima. Andiamo avanti per oltre quindici<br />

minuti in una specie di dialogo tra sordomuti e arrivo sull’orlo della dispera‐<br />

zione, al punto da stare quasi per disdire l’albergo già prenotato. Poi la<br />

disperazione, appunto, mi fa avere un’illuminazione improvvisa: la ragazza<br />

ha frainteso la mia domanda e ha pensato che io volessi sapere se la cena<br />

era compresa nel prezzo dell’albergo e ovviamente mi aveva risposto di no.<br />

Superati questi momenti da brivido, le cose sembrano aggiustarsi: l’albergo<br />

manda un pulmino che ci accompagna subito a destinazione. L’Aviation<br />

Hotel sembra bello a prima vista, ma, guardando meglio, cade quasi a pezzi,<br />

evidentemente per mancanza di manutenzione. Comunque, date le circo‐<br />

stanze, non è il caso di andare tanto per il sottile. Prendiamo le camere e,<br />

prima di andare a cena, riesco persino a mandare un fax al New Plaza Hotel<br />

di Guilin per avvertire che arriveremo con ventiquattro ore di ritardo e che<br />

ci tratterremo per una sola notte invece di due. Il fax lo mando facilmente<br />

grazie ad una ragazza della reception, che, a differenza di tante altre, è<br />

molto sveglia e mi capisce al volo.<br />

Entriamo nel ristorante, molto ampio e ben illuminato, e prendiamo posto a<br />

un tavolo. Accanto a noi notiamo una bella signora cinese, che dimostra<br />

forse poco più di trent’anni, seduta da sola a un tavolo apparecchiato per<br />

due, dove le portate sono già state servite. La signora fuma nervosamente:<br />

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