Cina - Paolino Vitolo
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omana), che è esattamente quello dove siamo scesi anzitempo dal taxi a<br />
causa del blocco del traffico. Gianfranco però è di parere contrario: afferma<br />
perentoriamente che bisogna andare in direzione della Torre del Tamburo,<br />
cioè verso ovest, cioè verso il Xida Jie (il decumanus maximus, sempre se<br />
fossimo in una città romana). Controbatto esponendo le mie ragioni, ma<br />
con mia grande costernazione Alfonso dà ragione a Gianfranco, non so se<br />
per motivi di parentela o perché colpito dallo stesso abbaglio. Ribatto anco‐<br />
ra, ma Gianfranco si impunta sempre di più. Riconosco i sintomi: stiamo per<br />
litigare. Ma questa volta non è proprio il caso: siamo in <strong>Cina</strong>, in una città<br />
sconosciuta, e la prospettiva di avventurarmi chi sa dove per una strada che<br />
so per certo essere sbagliata mi spaventa un po’. Tento una carta disperata,<br />
cercando di buttarla sullo scherzo: “Scommetto 10 yuan (circa un euro) che<br />
ho ragione io” e poi “Fate quello che volete, io vado dove ho detto io”.<br />
Forse è quest’ultima frase o forse è il tono tra il disperato e il risoluto con<br />
cui la pronuncio a convincere Alfonso ed Olga, e a questo punto anche<br />
Gianfranco è costretto a seguirci. Imbocchiamo il Nanda Jie e arriviamo in<br />
breve a Nanmen, cioè alla porta sud delle mura Ming. Poi, con l’aiuto della<br />
cartina, seguiamo i viali periferici che ci portano nel giro di un’ora, un’ora e<br />
mezza fino all’albergo. Nel primo tratto del percorso Gianfranco, che deve<br />
aver capito che la sua idea era sbagliata ma non vuole ammetterlo, cammi‐<br />
na un po’ discosto da noi e si chiude nel mutismo, ma poi, com’è giusto, gli<br />
passa. Lungo la strada, abbandonate le eleganti vie del centro, tocchiamo<br />
con mano una realtà di squallore e povertà: vie buie e sporche, botteghe<br />
misere e fatiscenti. Sotto il portico di una banca un gruppo di uomini di<br />
colore si prepara a trascorrere la notte su giacigli improvvisati ai bordi della<br />
strada. L’unica visione che mi dà un po’ di buon umore è quella di un bellis‐<br />
simo gattino che si affaccia da un cortile interno. E’ il primo gatto che vedo<br />
in <strong>Cina</strong> e, come sapete, i gatti mi piacciono e mi portano anche fortuna.<br />
Finalmente siamo in albergo, ci salutiamo e raggiungiamo le rispettive ca‐<br />
mere. Non abbiamo smaltito la stanchezza del volo transcontinentale e a<br />
questa abbiamo aggiunto quella dei tour de force a cui ci sottoponiamo<br />
quotidianamente per vedere il più possibile nel poco tempo che abbiamo.<br />
Domani completeremo la visita di Xi’an e poi voleremo a Guilin, con il volo<br />
Air China CA1225, che, secondo l’ultima versione del programma di viaggio<br />
che porto nella borsa del computer in versione cartacea, decollerà alle<br />
18,25. Non ci resta che andare a dormire.<br />
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