Cina - Paolino Vitolo
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mo tutti occupati”, come<br />
la donna con la pezza di<br />
poco fa, e che comunque<br />
fa sì che la piazza sia di<br />
una pulizia quasi maniaca‐<br />
le.<br />
Scendiamo dalla porta<br />
Zhengyangmen per pro‐<br />
seguire nell’itinerario che<br />
ci siamo proposti, che è<br />
poi dettagliatamente<br />
spiegato nella mia guida rossa del Touring. Adesso infatti la guida prescrive<br />
di prendere il sottopasso che attraversa la caotica Qianmendong Dajie per<br />
uscire sul lato ovest di Qianmen Dajie, e noi facciamo esattamente così.<br />
Qianmen Daje, che significa “via di fronte alla porta”, è una strada pedonale<br />
che parte infatti proprio dalla porta Zhengyangmen e prosegue dritta verso<br />
sud. Essa è una delle più famose aree di shopping di Pechino e infatti, ap‐<br />
pena la imbocchiamo, troviamo sulla destra l’antico emporio della seta<br />
Qian Xiang Yi, che risale al 1830. Vi entriamo, anche perché oggi è l’ultimo<br />
giorno per completare l’acquisto dei regali e dei ricordini da portare a casa.<br />
Ci sono abiti, foulard, pigiami e più o meno le stesse cose che avevamo visto<br />
tanto tempo fa alla fabbrica Beijing Tianhou Silk Co.Ltd, dove ci aveva por‐<br />
tato Amy dopo la gita alla Città Proibita e al Tempio del Cielo. Non ricordia‐<br />
mo bene i prezzi, ma ci sembra non ci sia molta differenza con quelli di<br />
allora. Decido di acquistare ancora qualche foulard, perché sono molto belli<br />
e sicuramente dovrò regalarne ancora; Gianfranco invece è interessato a un<br />
taglio di stoffa per confezionare un abito leggero. Alla fine però, forse delusi<br />
dal fatto che qui i prezzi sono fissi e frustrati per la contrattazione abortita,<br />
decidiamo di non comprare nulla.<br />
Passiamo davanti, ma non entriamo in alcuni famosi ristoranti citati anche<br />
dalla guida: la prima colazione di stamattina è ben lungi dall’essere digerita.<br />
Tra questi notiamo il Quanjude, definito “il tempio dell’anatra alla pechine‐<br />
se”. Arriviamo infine al bivio di Dazhalan Jie, indicato da un arco di ferro con<br />
la scritta cinese che significa appunto “Benvenuti a Dazhalan”. Questa è una<br />
via commerciale più stretta di Qianmen Daje, ma molto più affollata, anzi<br />
brulicante come un formicaio, caratteristica cinese a cui stiamo quasi abi‐<br />
tuandoci. Il nome di questa strada, che risale all’epoca Ming, significa “via<br />
dei grossi recinti”, in ricordo delle palizzate con cui veniva sbarrata di notte<br />
per isolare l’hutong e limitare in qualche modo la criminalità. Poco dopo<br />
l’imboccatura di questa strada deviamo in una traversa ancora più stretta,<br />
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