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Cina - Paolino Vitolo

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è persa. Entriamo in un ampio viale di accesso alberato che conduce a una<br />

specie di tempio e che costituisce la via d’accesso rituale alle tombe della<br />

dinastia imperiale Ming, che regnò sul Paese di Mezzo dal 1368 al 1644.<br />

Delle tombe in effetti non c’è nemmeno l’ombra, se non una serie di grandi<br />

tabelloni fotografici con didascalie inglesi, su cui Amy ci spiegherà qualcosa<br />

delle varie tombe. Veniamo a sapere che queste sono scavate nelle pendici<br />

delle vicine montagne e che solo una di esse è visitabile, ma non la visite‐<br />

remo perché dovremo perdere tempo in un grande centro commerciale<br />

dove vendono gioielli di giada. La cosa mi dà non poco fastidio, ma non c’è<br />

niente da fare: è il solito scotto pagato dal turista che ha poco tempo e che,<br />

pur avendone poco, ne deve perdere una parte in cose inutili (e che pur‐<br />

troppo alla massa piacciono pure).<br />

Il viale di accesso è adornato<br />

ai lati da due file di enormi<br />

statue di pietra bianca, che<br />

rappresentano guerrieri e<br />

animali sia reali che fantastici.<br />

In fondo al viale c’è una<br />

grande porta, che, come<br />

sempre in <strong>Cina</strong>, più che una<br />

porta sembra un palazzo.<br />

Nell’interno della porta tro‐<br />

neggia una tartaruga che sorregge una stele con<br />

una lunga lista di nomi. Amy ci spiega che la<br />

tartaruga rappresenta la longevità, ma non nel<br />

senso che intendiamo noi, tipicamente occiden‐<br />

tale, bensì nel senso di vita eterna. Non dimenti‐<br />

chiamo che questo è il viale di ingresso di un<br />

cimitero.<br />

Con una certa delusione, dopo la porta la visita<br />

ha termine. Ci imbarcano e ci portano alla fab‐<br />

brica di gioielli di giada, dove però, a differenza<br />

della seta di ieri, mi rifiuto di comprare alcunché.<br />

Nel cortile antistante la fabbrica ci sono qualco‐<br />

sa come cento pullman turistici e dentro c’è il<br />

bailamme corrispondente. Inoltre, nonostante tra gli oggetti esposti ci siano<br />

pezzi di grande bellezza, la mia crassa ignoranza mi impedisce di distinguere<br />

tra la giada e un bel pezzo di polipropilene verde. Quindi preferisco non<br />

comprare regali, che con molta probabilità servirebbero solo a farmi deride‐<br />

re per il mio proverbiale cattivo gusto.<br />

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