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Cina - Paolino Vitolo

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Giovedì 23 ottobre 2008 – Primo giorno a Beijing<br />

Prima ancora di essere uscito dall’aereo accendo il telefonino e mi accorgo<br />

che è stato preso in carico dal gestore China Mobile. Non chiamo a casa, ma<br />

mi riservo di farlo più tardi, perché ora in Italia sono le tre e mezzo del mat‐<br />

tino. Purtroppo, quando più tardi tenterò di chiamare, otterrò in risposta<br />

solo una voce prima in cinese poi in inglese, entrambe incomprensibili, che<br />

mi dicono evidentemente che con la mia scheda Vodafone non posso fare<br />

telefonate. L’area è fresca e pulita e c’è un bel sole. È una fortuna, come<br />

dirà più tardi Elena, perché di solito a Pechino l’aria è più cupa, a causa di<br />

un forte inquinamento. Ma oggi c’è un bel venticello fresco e va bene così.<br />

Ci avviamo al controllo passaporti e siamo ufficialmente in <strong>Cina</strong>. Per andare<br />

a ritirare i bagagli si prende un treno monorotaia. Mentre lo aspettiamo mi<br />

accorgo di non avere più la giacca verdina della Esso e, con una certa diffi‐<br />

coltà, torno indietro per recuperarla. L’ho persa dopo il controllo di polizia e<br />

trovo che alcuni poliziotti l’hanno già messa gentilmente da parte per me.<br />

Dopo le foto di rito<br />

nella monorotaia arri‐<br />

viamo al salone del<br />

ritiro bagagli. Tutto è<br />

ordinato e pulitissimo,<br />

come se fosse stato<br />

inaugurato appena<br />

oggi. Dopo una breve<br />

attesa i bagagli arriva‐<br />

no subito tutti. Sembra<br />

un miracolo, perché li<br />

avevamo lasciati a<br />

Roma un giorno fa, un secolo fa, un mondo fa. Carichiamo tutto su due<br />

carrelli e ci avviamo allo sportello della Banca Agricola della <strong>Cina</strong>, che sta in<br />

aeroporto, dove cambiamo 500 euro a testa. Riceviamo qualcosa più di<br />

4000 yuan, perché il cambio è grosso modo a 8,3. Rimpinguati di valuta<br />

locale ci avviamo all’esterno verso i taxi, brandendo il foglietto che reca il<br />

nome e l’indirizzo dell’albergo Gloria Plaza Beijing in cinese, che avevo avu‐<br />

to l’accortezza di stampare in Italia. Siamo in quattro e abbiamo una mon‐<br />

tagna di bagagli. Avremmo bisogno di due taxi, ma ci viene proposto un<br />

pulmino al prezzo di 550 yuan. Accettiamo, saliamo e partiamo. Dapprima<br />

corriamo su una specie di autostrada a tre corsie nuova di zecca, dove ho<br />

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