Cina - Paolino Vitolo
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gine di Mao che porta negli anni della "rivoluzione culturale" allo svuota‐<br />
mento di significato della comunicazione per immagini, appiattita e ridotta<br />
alla trasmissione di un messaggio omologato).<br />
In una fase successiva gli artisti si accorgono della presenza di una nuova<br />
forma di omologazione non più generata da imperativi politici ma costituita<br />
dal prodotto della società dei consumi caratterizzata dalla mercificazione di<br />
massa.<br />
Dopo gli anni 80 si allenta la pressione della censura sugli artisti. Questi si<br />
raccolgono ed espongono in case private e trovano occasioni anche in mo‐<br />
stre aperte al pubblico, come quella famosa "No U‐Turn", forse l'ultima a<br />
sfondo veramente politico, chiusa però d'autorità il giorno stesso della sua<br />
inaugurazione avvenuta il 5 febbraio 1989. L'intervento dell'autorità è do‐<br />
vuto all'atto di vandalismo di un'artista che spara un colpo di pistola nei<br />
confronti della sua stessa opera. Anche le manifestazioni di Tien'anmen<br />
sono provocate da studenti delle scuole d'arte che il 30 maggio dello stesso<br />
anno montano nella grande piazza di Pechino una statua in vetroresina<br />
inneggiante alla dea della democrazia e si abbandonano ad atti di protesta e<br />
di vandalismo, imbrattando di vernice il grande ritratto di Mao Zedong po‐<br />
sto all'ingresso della Città Proibita. Il movimento di protesta si diffonde<br />
rapidamente nel paese, determinando una severa e diffusa repressione da<br />
parte del governo che termina solo a fine giugno. Dopo Tien'anmen si riapre<br />
un periodo di controllo politico sulla cultura.<br />
Alla fine del secondo millennio gli artisti riprendono la tematica del culto<br />
della personalità di Mao Zedong cercando in essa le radici di una speranza,<br />
di un messaggio ancora vivo dopo la scomparsa del "grande timoniere" e<br />
contemporaneamente per rivisitarne ed esorcizzarne la figura. Il culto della<br />
personalità, o i temi del loro passato contadino e feudale o del paesaggio, si<br />
intrecciano, in parte come genuino bisogno di conoscere se stessi, ma sono<br />
anche determinati dalla domanda del mercato internazionale. Gli artisti<br />
cercano nel passato l'armonia tra terra e cielo presente nella filosofia del<br />
Tao, in una forma artistica di carattere concettuale, con un parallelismo di<br />
metodo artistico con l'arte occidentale. In questo nuovo clima, gli artisti<br />
propongono le tematiche ecologiche emergenti di denuncia della distruzio‐<br />
ne del paesaggio cinese tradizionale. La ricerca artistica cinese in parallelo<br />
con l'arte occidentale affronta le nuove sfide dell'arte contemporanea, dei<br />
cittadini del villaggio globale, attraverso performance, installazioni, arti<br />
multimediali.<br />
Il disgelo politico nei confronti dell'arte è quasi inarrestabile per ragioni<br />
strutturali. Il dibattito pro o contro il regime viene superato dall'attenzione<br />
rivolta al mercato. In questi ultimi anni, a cavallo del terzo millennio, la <strong>Cina</strong><br />
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