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Cina - Paolino Vitolo

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Saliamo nelle nostre camere per un breve riposo prima di uscire per la cena<br />

e per una prima visita del centro di Xi’an. Approfitto della sosta per studiare<br />

la Key‐Guide del Touring alla ricerca di un ristorante. Decido di proporre agli<br />

amici il Dafachang Dumpling Reastaurant, specializzato in jiaozi, cioè ravioli<br />

cinesi, che esteriormente sono abbastanza simili ai nostri (forse un po’ più<br />

grossi), ma sono imbottiti in almeno cento modi diversi. Vengono serviti<br />

normalmente in brodo, che a quanto pare è onnipresente in tutti i menu.<br />

Per quanto riguarda le imbottiture, la guida si prodiga in molte spiegazioni:<br />

alcune sono abbastanza “normali” anche per noi, altre un po’ meno, come<br />

le pinne di pescecane, che non ordineremo perché troppo costose, come la<br />

guida stessa ci avverte. Insomma, siamo in <strong>Cina</strong> e un po’ cinesi dobbiamo<br />

diventare (ma non troppo!). Puntualissimi ci ritroviamo alla reception e<br />

chiamiamo l’ennesimo taxi. Il centro non è lontano e dopo pochi minuti<br />

varchiamo una delle porte delle mura Ming e siamo nel rettangolo del cen‐<br />

tro storico. Percorriamo il Nanda Jie, che è il ramo sud del viale che taglia<br />

verticalmente il rettangolo e ci dirigiamo verso il centro della città, che non<br />

corrisponde al centro geometrico, essendo spostato più a sud, e che è indi‐<br />

cato da una grande torre cinese di aspetto largo e tozzo: la Torre della<br />

Campana. A un centinaio di metri dall’arrivo restiamo però bloccati nel<br />

traffico e, dopo una sosta<br />

di alcuni minuti, decidia‐<br />

mo di pagare il taxi e pro‐<br />

seguire a piedi. In breve<br />

arriviamo alla piazza della<br />

Torre della Campana,<br />

dove fermiamo un pas‐<br />

sante e ci facciamo scatta‐<br />

re la foto ufficiale che<br />

vedete qua a fianco.<br />

La piazza è un’ampia rota‐<br />

toria di cui la torre è il<br />

centro, ma il ristorante prescelto sta dall’altra parte e per attraversarla<br />

dobbiamo scendere in un grande sottopassaggio, come al solito brulicante<br />

di umanità. Dopo qualche incertezza sull’uscita da scegliere riusciamo a<br />

raggiungere il locale. Entriamo in una grande sala piena di cinesi seduti a<br />

tavoli senza tovaglia, ma apparecchiati con squallide incerate. I commensali<br />

mangiano le cose più strane, non soltanto ravioli. Troviamo un tavolo libero<br />

e ci sediamo; sotto l’incerata c’è un menu, ma solo in cinese. Siamo per‐<br />

plessi, anche perché l’ambiente non corrisponde alla descrizione della guida<br />

del Touring, ma poi improvvisamente abbiamo l’illuminazione: il locale ha<br />

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