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pubblicazione - 2° Circolo Didattico Colle di Val d'Elsa

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Importanza <strong>di</strong> mantenere la Lingua Materna (L1)<br />

Il processo <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> una lingua seconda e lo sviluppo cognitivo sono favoriti<br />

dalla padronanza della lingua materna del bambino, quin<strong>di</strong> è importante che il bambino<br />

possa mantenere la lingua d’origine in famiglia.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che la L1 è la lingua degli affetti: lingua che trova le parole per riconoscere ed<br />

esprimere sensazioni, emozioni e sentimenti.<br />

1. Tappe <strong>di</strong> acquisizione dell’Italiano Lingua Seconda<br />

L’acquisizione <strong>di</strong> qualsiasi nuova lingua segue gli stessi sta<strong>di</strong> in<strong>di</strong>pendentemente dall’età,<br />

dalle caratteristiche in<strong>di</strong>viduali e dalla lingua <strong>di</strong> origine; quelli che possono cambiare sono i<br />

tempi.<br />

Le lingue si imparano dapprima ascoltando: naturalmente, nei bambini piccoli che<br />

apprendono la lingua materna, c’è una fase <strong>di</strong> ascolto/elaborazione molto lunga (fase del<br />

silenzio), poi compare la produzione <strong>di</strong> parole nome, i verbi sono espressi in modo che noi<br />

definiremmo grammaticalmente non corretto dal punto <strong>di</strong> vista della lingua <strong>di</strong> arrivo<br />

(l’italiano degli adulti). Gli adulti accolgono i tentativi <strong>di</strong> comunicazione con gioia, sono<br />

consapevoli che è in atto un processo e ne hanno fiducia.<br />

Anche gli apprendenti <strong>di</strong> una lingua seconda vivono la fase del silenzio durante la quale<br />

cominciano ad entrare in contatto con il nuovo sistema linguistico.<br />

Molto spesso gli insegnanti devono confrontarsi con il silenzio iniziale dei propri alunni <strong>di</strong><br />

origine straniera, silenzio che sembra mettere in <strong>di</strong>scussione la vali<strong>di</strong>tà dell’intervento<br />

<strong>di</strong>dattico e in crisi la loro stessa funzione <strong>di</strong> educatori/insegnanti.<br />

Questo periodo è normale nei bambini che imparano una lingua seconda. La durata della<br />

fase del silenzio varia molto da in<strong>di</strong>viduo a in<strong>di</strong>viduo: alcuni bambini si esprimono già dopo<br />

qualche giorno, altri impiegano più tempo per iniziare a produrre oralmente brevi enunciati.<br />

Questo <strong>di</strong>pende da molti fattori in<strong>di</strong>viduali e legati al contesto <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento. Tuttavia è<br />

necessario non affrettare o forzare i tempi: spesso capita che un alunno rimasto silenzioso<br />

per tre o quattro mesi inizi improvvisamente a parlare esprimendosi come gli altri compagni<br />

e recuperando i tempi <strong>di</strong> “attesa” iniziali. Evidentemente è necessario un periodo nel quale<br />

i dati linguistici siano elaborati e sistemati implicitamente dall’apprendente. Questo periodo,<br />

dunque, ha un grosso valore per l’alunno. Il silenzio iniziale ha una propria funzione nello<br />

sviluppo <strong>di</strong> una seconda lingua.<br />

Ma che cosa può fare l’insegnante per rispettare questa fase?<br />

Nella programmazione è bene prevedere attività che non richiedano subito la produzione<br />

orale da parte dell’alunno. Il primo periodo <strong>di</strong> inserimento scolastico, in pratica, dovrebbe<br />

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