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pubblicazione - 2° Circolo Didattico Colle di Val d'Elsa

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Se ascoltate e lette con sensibilità, in modo attento, senza pregiu<strong>di</strong>zi, le varietà linguistiche<br />

creano sorpresa, sono poesia, sono espressive e comunicano bellezza.<br />

VARIETÀ INIZIALI 3<br />

Le varietà iniziali comprendono i primi tentativi <strong>di</strong> comunicare. Consistono prevalentemente<br />

<strong>di</strong> elementi lessicali e <strong>di</strong> pochi elementi funzionali. Ci si esprime utilizzando:<br />

- costrutti fissi e formule, chunks, ossia pezzi <strong>di</strong> lingua non analizzati<br />

comesichiama, … si <strong>di</strong>ce …, io non so questo.<br />

- singole parole, che possono designare oggetti, persone, azioni: zio, penna, tavolo,<br />

parlare; ma anche intere situazioni: Cina, che vuol <strong>di</strong>re: ‘In Cina’, o ‘quando ero<br />

in Cina’, o ‘la Cina’, o ‘i cinesi’ o, semplicemente, ‘prima, quando ero piccolo’.<br />

- parole funzione, come io (‘chi parla’); non; basta, finito (‘non devo <strong>di</strong>re altro’<br />

oppure, abbinato a un verbo ‘ho smesso <strong>di</strong> …’ o ‘non voglio …’).<br />

- topic (ve<strong>di</strong> glossario) iniziale: l’argomento <strong>di</strong> un enunciato è posto all'inizio<br />

dell'enunciato stesso:<br />

io (topic) parlare italiano no bene<br />

bambini niente (‘non ci sono bambini’)<br />

In questa fase è massima la <strong>di</strong>pendenza dell’apprendente, nella pianificazione del <strong>di</strong>scorso,<br />

dall’interlocutore e dal contesto situazionale e <strong>di</strong>scorsivo. Il massimo sforzo <strong>di</strong><br />

appren<strong>di</strong>mento è volto al riconoscimento e alla memorizzazione <strong>di</strong> vocaboli, e alla<br />

strutturazione <strong>di</strong> enunciati a partire dai suggerimenti del parlante nativo.<br />

Le varietà iniziale e basica sfumano gradualmente l’una nell’altra e paiono riflettere principi<br />

organizzativi simili e in<strong>di</strong>pendenti dalla lingua <strong>di</strong> partenza (lingua materna) e da quella <strong>di</strong><br />

arrivo (lingua seconda).<br />

L’Italiano <strong>di</strong> stranieri è una varietà linguistica autonoma e specifica caratterizzata, come altre, da tentativi, ipotesi ed<br />

elaborazioni: dei veri e propri esperimenti con la lingua. È una varietà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento della lingua <strong>di</strong> arrivo. Ogni<br />

persona apprendente manifesta strategie <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento: attraverso un’analisi attenta, si possono cogliere le operazioni<br />

mentali utilizzate per comunicare e per acquisire la nuova lingua.<br />

3<br />

Per una trattazione esaustiva delle varietà <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento, si rimanda, tra gli altri, ad Andorno (2003, 2006a, 2006b), a<br />

Chini (2005), e a Giacalone Ramat (1986, 1988, 1993, 2003).!<br />

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