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pubblicazione - 2° Circolo Didattico Colle di Val d'Elsa

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ASPETTI<br />

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LIVELLO DI CONTATTO (A1)<br />

La varietà degli apprendenti è caratterizzata dall’aumento degli elementi lessicali e in particolare <strong>di</strong> quelli avverbiali. Non esiste ancora<br />

invece un uso della morfologia legata, cioè delle terminazioni delle parole: le parole sono espresse in forme base non flesse o la cui<br />

flessione è priva <strong>di</strong> valore <strong>di</strong>stintivo.<br />

I nomi non hanno marche <strong>di</strong> genere e <strong>di</strong> numero, la parte finale della parola non ha quin<strong>di</strong> valore <strong>di</strong> marca grammaticale. Ad es.,<br />

possiamo trovare alternanze <strong>di</strong> forme in -o e in -i nei nomi senza che si possa ancora parlare dell’acquisizione della categoria<br />

grammaticale del numero.<br />

Il verbo italiano ha in questa fase una forma basica che coincide <strong>di</strong> solito con una forma ra<strong>di</strong>ce o con l’infinito. Infatti compare<br />

generalmente coniugato alla terza/seconda persona singolare del presente in<strong>di</strong>cativo ed è utilizzato per esprimere situazioni <strong>di</strong>verse nel<br />

tempo (Io mangia). Si può trovare anche l’infinito, spesso con valore modale cioè per esprimere necessità, intenzionalità (Dire basta<br />

problema = io voglio <strong>di</strong>re basta ai problemi).<br />

Il <strong>di</strong>scorso dell’apprendente è organizzato anche sulla base degli schemi valenziali del verbo, il quale, come ogni bravo regista, chiama<br />

intorno a sé degli attori per quel piccolo “dramma” che si chiama enunciato. Le frasi si strutturano maggiormente in modo autonomo<br />

sulla base <strong>di</strong> modelli come:<br />

agente – verbo – oggetto: bambino lo prende vestiti<br />

esperiente – verbo – oggetto: bambino guarda<br />

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