pubblicazione - 2° Circolo Didattico Colle di Val d'Elsa
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OSSERVARE LE RELAZIONI<br />
34<br />
Riconoscersi vuol <strong>di</strong>re proprio questo:<br />
io ti conosco con l’andar del tempo,<br />
non so chi sei; così come tu mi conosci<br />
col tempo, non sai chi sono.<br />
Attraverso la parola io ti conosco<br />
progressivamente, non so in anticipo<br />
chi sei. (P. Perticari)<br />
1. Premessa<br />
L’osservazione partecipante è principalmente una pratica, in cui l’osservatore (l’insegnanteetnografo)<br />
incontra e si scontra con la realtà che intende stu<strong>di</strong>are. Nell’interazione, la<br />
componente dell’osservazione (essere spettatori) e quella della partecipazione (essere coattori)<br />
si realizzano contemporaneamente e tutto ciò che viene osservato può essere<br />
trasformato/registrato in un dato (prendere appunti, segnare una risposta, porsi una<br />
domanda, selezionare alcuni fatti ritenuti importanti) e può essere successivamente<br />
rielaborato.<br />
Il prendere appunti su ciò che succede in classe/fuori dalla classe comporta, però, una<br />
consapevolezza da parte dell’insegnante:<br />
i dati, così come li inten<strong>di</strong>amo qui, […] sono la trasformazione in tracce<br />
oggettivate <strong>di</strong> ‘pezzi <strong>di</strong> realtà’ come sono stati selezionati e percepiti dal<br />
ricercatore. […] Le osservazioni del ricercatore sono strutturate da quello che<br />
ricerca, dal suo linguaggio, dalla sua problematica, dalla sua formazione e<br />
dalla sua personalità […]. [Ma] una problematica iniziale può, grazie<br />
all’osservazione, mo<strong>di</strong>ficarsi, ampliarsi, spostarsi. […] La competenza del<br />
ricercatore sul campo sta tutta nel poter osservare ciò a cui non era<br />
preparato (mentre si sa quanto forte sia la normale propensione a scoprire<br />
soltanto quello che ci si aspetta) e nell’essere in grado <strong>di</strong> produrre dati che<br />
l’obbligheranno a mo<strong>di</strong>ficare le proprie ipotesi. (J. P. Olivier De Sardan 2009:<br />
32)<br />
Un’altra <strong>di</strong>mensione fondamentale dell’osservazione consiste in un sapere da parte<br />
dell’insegnante-etnografo che viene incorporato senza essere annotato, e che nella ricerca<br />
sul campo prende il nome <strong>di</strong> impregnazione.<br />
Possiamo considerare il ‘cervello’ del ricercatore come una ‘scatola nera’ […].<br />
Ma ciò che egli osserva, vede, ascolta durante un soggiorno sul campo, così<br />
come le proprie esperienze nei rapporti con gli altri, tutto ciò ‘entrerà’ nella<br />
scatola nera, produrrà degli effetti in seno al suo meccanismo <strong>di</strong><br />
concettualizzazione, analisi, intuizione, interpretazione, per poi ‘uscire’ in<br />
parte dalla scatola nera contribuendo a strutturare le sue interpretazioni […].<br />
Qui sta tutta la <strong>di</strong>fferenza […] tra un ricercatore sul campo che ha <strong>di</strong> quello<br />
<strong>di</strong> cui parla una conoscenza sensibile (impregnazione), e un ricercatore <strong>di</strong>