pubblicazione - 2° Circolo Didattico Colle di Val d'Elsa
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L’avverbio <strong>di</strong> solito sta vicino ad un verbo (mangio velocemente), ma lo troviamo anche<br />
vicino a nomi (Una ventina circa <strong>di</strong> studenti erano <strong>di</strong> nazionalità brasiliana), o ad aggettivi<br />
(Aurora è una bambina molto vivace), o ad avverbi (Mangio molto velocemente), o può<br />
riferirsi a un’intera frase (Sicuramente, Aurora preferirà andare ad atletica che al cinema).<br />
La grammatica tra<strong>di</strong>zionale ha spesso considerato la categoria dell’avverbio come categoria<br />
“ripostiglio”: se una parola non rientrava chiaramente all’interno <strong>di</strong> una categoria, <strong>di</strong>ventava<br />
per i grammatici un avverbio.<br />
Bilinguismo. Il termine bilinguismo o multilinguismo è stato definito in vari mo<strong>di</strong>. Il<br />
termine può essere usato per denotare tutte le situazioni in cui una persona usa due lingue,<br />
in<strong>di</strong>pendentemente dal livello <strong>di</strong> padronanza. Per sottolineare il fatto che i parlanti sono<br />
competenti nelle due lingue, ma lo possono essere in misura <strong>di</strong>versa, alcuni stu<strong>di</strong>osi hanno<br />
proposto <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> gra<strong>di</strong> del bilinguismo. Per precisare, parliamo <strong>di</strong> acquisizione <strong>di</strong> due<br />
prime lingue, volendo in tal modo sottolineare il fatto che le due lingue sono entrambe<br />
acquisite dalla nascita, cioè simultaneamente, come lingue materne. In questo caso si parla<br />
<strong>di</strong> bilinguismo simultaneo. Il termine bilinguismo successivo si usa in relazione a quei<br />
parlanti che hanno acquisito una lingua (L2) dopo aver acquisito una lingua materna (L1).<br />
Coniugazione. Il termine coniugazione in<strong>di</strong>ca la flessione del verbo: in italiano, il verbo<br />
subisce una variazione morfologica in rapporto a <strong>di</strong>verse categorie grammaticali: il tempo<br />
(passato, presente, futuro), l’aspetto (perfettivo, imperfettivo, ecc.), il modo (in<strong>di</strong>cativo,<br />
congiuntivo, con<strong>di</strong>zionale, imperativo, ecc.), la persona (1°, <strong>2°</strong>, 3°), il numero (singolare,<br />
plurale) e la <strong>di</strong>atesi (attiva, passiva).<br />
In italiano, tutte queste informazioni grammaticali sono generalmente contenute alla fine del<br />
verbo (nella desinenza); la parte iniziale (la ra<strong>di</strong>ce) porta con sé informazioni <strong>di</strong> tipo<br />
lessicale: per esempio, la forma (io) cammino può essere così scomposta cammin-o, nella<br />
quale cammin - porta l’informazione lessicale (quale verbo?); -o, invece, ci dà informazioni<br />
grammaticali, tutte racchiuse in un unico suono [o] (presente, in<strong>di</strong>cativo, 1° persona,<br />
singolare).<br />
In italiano, esistono 3 para<strong>di</strong>gmi <strong>di</strong> coniugazione in rapporto alla vocale tematica del verbo:<br />
parlare (-a-), vedere (-e-), sentire (-i-). Si parla quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> 1° coniugazione (-are), <strong>2°</strong><br />
coniugazione (-ere), 3° coniugazione (-ire): per chiarire, tutti i verbi che fanno parte <strong>di</strong> una<br />
coniugazione presentano affinità formali che derivano dalla vocale tematica (parl-ano, cantano,<br />
mangi-ano / ved-ono, mett-ono, legg-ono, ecc.)<br />
Consecutio temporum. Il termine consecutio temporum (‘sequenza or<strong>di</strong>nata dei tempi’)<br />
riguarda i tempi verbali all’interno della frase complessa e del periodo ed esprime le<br />
regolarità nell’uso dei tempi nelle proposizioni subor<strong>di</strong>nate: la relazione tra il tempo della<br />
proposizione <strong>di</strong>pendente (o subor<strong>di</strong>nata) e quello della proposizione reggente, che fa da<br />
punto <strong>di</strong> riferimento.<br />
Coor<strong>di</strong>nate (proposizioni). Le proposizioni coor<strong>di</strong>nate sono proposizioni all’interno della<br />
frase complessa legate tra loro, ma che non hanno rapporto <strong>di</strong> <strong>di</strong>pendenza.<br />
Esempi. Sono andato al mare e mi sono rilassato.<br />
Vieni con me o vai con Francesco?<br />
Dato. In ogni momento del <strong>di</strong>scorso è dato ciò è attivo nella mente del ricevente.<br />
Esempio. Dove è la mamma? L’ho vista al mercato.<br />
L’informazione data (la mamma) può ricevere scarso rilievo informativo attraverso mezzi<br />
linguistici modesti (come, in questo caso, il pronome clitico la).<br />
Ciò che è psicologicamente dato tende ad essere realizzato linguisticamente alla sinistra<br />
della frase, tramite proforma e senza prominenza intonativa (o tramite forme non realizzate<br />
foneticamente). (Vd. Nuovo)<br />
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