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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />
Etimologicamente la parola ansia origina dal vocabolo latino anxius che<br />
significa angustia, agitazione dell’animo, preoccupazione, e per alcuni autori<br />
come Barlow (1988) l’ansia sarebbe nettamente distinta dalla paura, mentre per<br />
altri come Rachman (1990) i due aspetti sare b b e ro del tutto equivalenti.<br />
Zinbarg et al. (1992), riportano i dati di studi che indicano come entrambe<br />
queste posizioni siano corrette perché dati psicometrici e fisiologici<br />
depongono per l’esistenza sia di differenze che somiglianze fra i due stati.<br />
Infatti, alcuni autori hanno identificato una struttura gerarchica dell’umore<br />
nella quale la paura risulta essere il fattore primario di una componente<br />
aspecifica di distress etichettata da Watson e Tellegen (1985) “affettività<br />
negativa”, che incorpora sensazioni di tensione, paura, ostilità, nervosismo,<br />
e si contrappone ad un sistema di “affettività positiva” rappresentato da attività,<br />
esaltazione, eccitazione; mentre l’ansia sarebbe un fattore di secondo<br />
ordine distinto dalla paura.<br />
Anche secondo Gray (1982) vi sarebbero degli elementi a supporto di una<br />
certa sovrapposizione e differenziazione fra ansia e paura; l’autore afferma<br />
che l’ansia è basata fisiologicamente su un sistema che comprende le aree<br />
dell’ippocampo, del setto, le loro interconnessioni e le afferenze ed efferenze<br />
con le altre aree.<br />
Il modello di Gray (1982) postula l’esistenza di tre sistemi funzionali<br />
interdipendenti, il primo dei quali interessa i comportamenti di risposta a<br />
segnali di ricompensa e non punizione relativo all’impulsività; il secondo,<br />
localizzato nell’area settoippocampale inerente l’inibizione comportamentale<br />
e rilevante nella genesi dell’ansia; il terzo, regola i comportamenti difensivi-aggressivi<br />
e coinvolge l’amigdala, l’ipotalamo ed il mesencefalo.<br />
I segnali di minaccia imminente vengono veicolati sia dal sistema noradren<br />
e rgico, ad origine nel nucleo ceruleo, che da quello sero t o n i n e rgico ad origine<br />
nei nuclei del rafe che proiettano sul circuito setto-ippocampale il quale a<br />
sua volta proietta nelle altre regioni del sisitema limbico. Gli stimoli di minaccia<br />
sare b b e ro trasportati dalle fibre ascendenti noradre n e rgiche ma non da<br />
quelle sero t o n i n e rgiche e la risposta lotta-fuga verrebbe stimolata dalla via<br />
n o r a d re n e rgica ed inibita dal sistema setto ippocampale (Gray, 1982).<br />
Secondo questo modello vi sarebbe quindi una sovrapposizione fra ansia<br />
e paura in quanto l’ansia implicherebbe sia la facilitazione-preparazione<br />
della risposta lotta-fuga che la sua inibizione, mentre la paura esprimerebbe<br />
la messa in atto del meccanismo lotta-fuga (Gray, 1982).<br />
Per cui l’ansia e la paura, sebbene spesso utilizzate con significato analogo,<br />
sono stati emozionali a struttura pluridimensionale con parziali sovrapposizioni,<br />
ma non sono identiche.<br />
La paura è una emozione base presente in tutti i popoli, culture, età e specie;<br />
è un sistema di allarme psico-fisiologico utilizzato dall’organismo per<br />
rispondere alla minaccia; mentre, l’ansia, seppure cognitivamente in rappor-<br />
Caleidoscopio<br />
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