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Le Fobie - dott. Gianni Savron

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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />

Panico con Aforafobia ed include la presenza sia i criteri del disturbo di panico<br />

che dell’agorafobia (APA, 1996).<br />

I sintomi (almeno quattro) che definiscono la presenza degli attacchi di<br />

panico sono: palpitazioni, cardiopalmo, o tachicardia; sudorazione; tremori;<br />

dispnea o sensazioni di soffocamento o asfissia; dolore o fastidio al torace,<br />

nausea o disturbi intestinali; sensazioni di sbandamento, instabilità, svenimento;<br />

derealizzazione (sensazione di irrealtà e distacco dall’ambiene circostante)<br />

e depersonalizzazione (sensazione di distacco da se stassi), paura di<br />

impazzire o non controllarsi; paura di morire; parestesie (torpore e formicolio);<br />

brividi o vampate di calore.<br />

Disturbo di Panico senza Agorafobia (DP).<br />

La sua diagnosi richiede l’assenza di agorafobia, la presenza di attacchi di<br />

panico ricorrenti ed inaspettati e la preoccupazione, della durata di almeno<br />

un mese, di avere altri attacchi e/o delle loro conseguenze (perdere il controllo,<br />

avere un attacco cardiaco, impazzire) e alterazioni del comportamento<br />

correlati agli attacchi.<br />

Il DP richiede inoltre l’esclusione di altri disturbi mentali con sintomatologia<br />

analoga e fattori organici che possano causare sintomi di ansia (es: ipertiroidismo,<br />

feocromocitoma, malattie cardiache, respiratorie, anemia perniciosa,<br />

prolasso della mitrale, ipoglicemia, porfiria, ipercorticosurrenalismo,<br />

ecc.) o l’utilizzo di sostanze (farmaci, droghe).<br />

Sono stati identificati due fattori di rischio per il disturbo di panico, il<br />

primo concerne la presenza pregressi attacchi di panico e l’altro è la sensibilità<br />

all’ansia (Anxiety Sensitivity), cioè la tendenza a percepire come dannose<br />

le sensazioni fisiche dell’ansia (Ehlers, 1995; Smidt et al., 1997).<br />

Ehlers (1995) notò che i soggetti con fobia semplice che presentavano<br />

occasionalmente attacchi di panico avevano maggiori probabilità (15%) di<br />

sviluppare il disturbo di panico nel corso di un anno rispetto ai controlli (2<br />

%) che non presentavano attacchi di panico (AP), e quelli che avevano esperito<br />

il loro primo attacco presentavano una maggiore sensibilità all’ansia<br />

rispetto a quelli che non ne avevano avuto alcuno.<br />

La focalizzazione dell’attenzione sui sintomi somatici, in particolare sensazioni<br />

fisiche non spiegabili, sviluppano timore e paura sia dei sintomi che<br />

delle sensazioni collegate (Kellner, 1987) ed esperienze precoci che sensibilizzano<br />

i soggetti a minacce e danni potenziali, a sensazioni o sintomi fisici,<br />

contribuiscono a determinare la vulnerabilità a sviluppare attacchi di panico<br />

e il DP (Barlow, 2002).<br />

Il panico rappresenta una intensa risposta emozionale che consegue alla<br />

interpretazione catastrofica dei sintomi somatici, alla esagerata focalizzazione<br />

sui sintomi fisici e psichici, ad una eccessiva preoccupazione per il futuro.<br />

L’importanza di prevenire il panico implica non solo la prevenzione dello<br />

Caleidoscopio<br />

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