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Le Fobie - dott. Gianni Savron

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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />

Per quale motivo insistere su questo aspetto?<br />

Perché questi fenomeni spiegherebbero tutto: essi implicherebbero la partenza<br />

di una informazione, un contenuto mentale, la rispettiva trasduzione<br />

del messaggio e la comprensione dello stesso, quindi confermerebbero l’esistenza<br />

di una struttura, una funzione, un apparato di ricezione e trasduzione<br />

collegato all’attività cerebrale del ricevente, ed un serbatoio di contenuti,<br />

la Mente?<br />

Di notevole interesse sono gli studi contemporanei di teletrasporto, inteso<br />

come trasmissione di informazioni fra particelle (fotoni) i quali inequivocabilmente<br />

dimostrano il passaggio di qualcosa che pone in sincronia, in condivisione,<br />

due reltà distinte ma unite (Marcikic et al., 2003).<br />

Un ulteriore aspetto concerne l’attenzione, in quanto essa non può essere<br />

la causa di se stessa, poiché noi possiamo essere o non esser consapevoli di<br />

porre attenzione a qualcosa, ciò implica necessariamente l’esistenza di un’altra<br />

funzione che permette il passaggio dalla inconsapevolezza alla consapevolezza<br />

di ciò che osserviamo o riflettiamo, e non può essere parte delle<br />

strutture che permettono l’attenzione perché se lo fosse avremmo la consapevolezza<br />

istantanea del suo funzionamento e non dell’essere coscienti della<br />

funzione in atto, e di Sè<br />

Sempre Dante nel Convivio riferendosi alle virtù dell’anima scientifica,<br />

ragionativa, consigliativa, inventiva e giudicativa, scrive “… E tutte queste<br />

nobilissime vertudi, e l’altre che sono in quella eccellentissima potenza, si chiama<br />

insieme con questo vocabulo del quale si volea sapere che fosse, cioè mente. Perché è<br />

manifesto che per mente s’intende questa ultima e nobilissima parte dell’anima …<br />

Onde si puote ormai vedere che è mente: che è quella fine e preziosissima parte de l’a -<br />

nima che è deitade …, e dico che tempo è di aprire li occhi a la veritade; … Onde è da<br />

sapere che lo nostro intelletto si può dire sano e infermo: e dico intelletto per la nobi -<br />

le parte de l’anima nostra, che con uno vocabulo ‘mente’ si può chiamare …”.<br />

In psicologia accade la stessa cosa: si vedono gli effetti di un pensiero, di<br />

un’idea, di uno stato d’animo, di una stimolazione sensoriale e non, ma non<br />

per questo si nega l’esistenza dell’azione che ha pro<strong>dott</strong>o quegli effetti.<br />

Tornando all’argomento d’origine ed in merito agli effetti della psicoterapia,<br />

sarebbe possibile così spiegare i risultati degli interventi cognitivo-comportamentali<br />

i quali agiscono modificando le cognizioni, gli atteggiamenti e<br />

quindi i comportamenti del paziente di fronte ad un problema; infatti l’esposizione<br />

allo stimolo fobico e la prevenzione della risposta, per apprendimento,<br />

non fanno altro che modificare l’atteggiamento ed il giudizio del soggetto<br />

relativamente al contesto e le rispettive aspettative, ed il cervello registrando<br />

e trasducendo comunque in parallelo ogni frazione dell’azione [eseguita]<br />

in tutte le sue espressioni (fisiche e mentali), modifica le risultanti concettuali<br />

globali dell’esperienza e crea una nuova mappa psichica-mentale,<br />

quindi le cognizioni ed il pensiero relativo all’esperienza stessa, che per essere<br />

padroneggiate necessitano di ripetizione pratica.<br />

94 Caleidoscopio

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