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Le Fobie - dott. Gianni Savron

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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />

Ad esempio, studiosi russi hanno dimostrato tale teoria su cani. Uno<br />

shock elettrico è stato associato ad una stimolazione intestinale, es. passaggio<br />

di feci; in seguito i cani manifestavano una notevole ansia al solo passaggio<br />

naturale delle feci, senza che vi fosse associato alcuno stimolo elettrico, e questa<br />

associazione era particolarmente refrattaria all’estinzione.<br />

Tale modello ha permesso di supporre che vi possa essere nei soggetti con<br />

panico, poiché il disturbo sembra appunto caratterizzato dalla predominanza<br />

degli stimoli interni, una associazione fra stimoli interni ed un falso allarme;<br />

gli stimoli interni fungerebbero essi stessi da attivatori di ansia e panico<br />

analogamente a quanto si verifica nelle fobie specifiche, nelle quali però sono<br />

gli stimoli esterni a determinare la reazione ansiosa,.<br />

Secondo Beck (1976) gli errori nell’elaborazione delle informazioni (decodifica,<br />

codifica, recupero, attenzione, interpretazione) originano da specifiche<br />

opinioni personali inserite in strutture di pensiero o schemi mentali relativamente<br />

stabili, i quali sarebbero la fonte delle risposte emotive e dei comportamenti<br />

disfunzionali.<br />

Questa teoria prevede tre livelli di cognizioni: il primo automatico e relativo<br />

ad una valutazione automatizzata superficiale che conduce direttamente<br />

alla reazione emotiva e comportamentale; il secondo, che segue uno schema<br />

che si riferisce ad una serie di assunzioni o modelli mentali interni di se<br />

stessi e del mondo circostante, che guida le interpretazioni e gli aspetti dell’elaborazione<br />

delle informazioni; il terzo, rappresentato dalle distorsioni<br />

cognitive che legano gli schemi ai pensieri automatici, espressi da meccanismi<br />

di generalizzazione, astrazione selettiva, l’inferenza arbitraria, pensiero<br />

dicotomico, ecc.<br />

Stando a Bower (1981) invece, le emozioni vengono rappresentate da nodi<br />

associativi negli spazi di memoria, i quali condividono fra loro varie connessioni<br />

e sono collegati da concetti simili.<br />

A parere di Macleod e Mathews (1991) l’idea di schema è coerente con il<br />

concetto di ansia-tratto e con le teorie non associative, mentre quella delle reti<br />

e dei nodi associativi lo sarebbe con il concetto di ansia-stato e con le teorie<br />

associative/comportamentali delle fobie.<br />

Ad eccezione del modello delle reti associative, il modello cognitivo, pur<br />

spiegando la tendenza a percepire il pericolo, non spiega la formazione del<br />

concetto di pericolo per alcuni oggetti rispetto ad altri; mentre, il modello<br />

cognitivo e quello comportamentale assieme spiegano l’origine delle fobie,<br />

poiché il primo descrive lo sviluppo delle vulnerabilità cognitive ed il secondo<br />

spiega come lo stimolo possa diventare l’oggetto della paura (Craske &<br />

Rowe, 1997).<br />

Individui ansiosi, orientati ad analizzare precocemente le informazioni<br />

minacciose, utilizzano circuiti sottocorticali automatizzati e quindi, quando<br />

il soggetto diviene pienamente consapevole dello stimolo, la risposta emoti-<br />

66 Caleidoscopio

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