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Le Fobie - dott. Gianni Savron

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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />

nostre capacità intellettive, oppure necessiti di un allenamento specifico per<br />

essere attivata?<br />

Dato per scontato che il corpo rappresenta una macchina biologica finalizzata<br />

alla vita, ogni alterazione di un apparato o sistema si estrinsecherà<br />

nella alterazione della funzione corrispondente.<br />

E’ innegabile che vi sia un substrato biologico all’espressione di un disturbo,<br />

perché siamo composti di materia, ed essendo il cervello, come già affermato<br />

da Ippocrate, “l’origine dei dolori e delle gioie”, esso è sia il ricettacolo<br />

delle sensazioni che lo strumento espressivo dei pensieri e comportamenti;<br />

infatti, risulta sempre più evidente che la risposta biologica dell’organismo<br />

viene influenzata dal pensiero, che rappresenta anche lo strumento attivante<br />

i sistemi di funzionamento cerebrale.<br />

Perché l’atteggiamento mentale influisce sugli esiti di una malattia e di un<br />

disturbo? L’effetto placebo cosa mostra? Perché si parla di effetto curativo del<br />

pacebo? Perché interventi farmacologici e psicoterapici determinano miglioramenti<br />

e guarigioni? Cosa hanno in comune interventi così differenziati?<br />

Perché esiste una sovrapposizione delle zone cerebrali attivate sia dal farmaco<br />

che dal pacebo?<br />

E’ risaputo che gli atteggiamenti mentali attivano dei processi che producono<br />

liberazione di neurotrasmettitori, ormoni, endorfine, ovviamente il<br />

tutto su un substrato ereditato geneticamente ed influenzato da fattori psicosocioambientali.<br />

Ma, in quale modo un pensiero attiva o regola uno schema, determinando<br />

una modificazione biologica tale da estinguere un comportamento appreso?<br />

Perché l’esposizione, la prevenzione della risposta, la ristrutturazione<br />

cognitiva in percentuali consistenti riescono a giungere a risultati superiori al<br />

trattamento farmacologico?<br />

In che modo l’apprendimento modifica le risposte recettoriali se il disturbo<br />

è biochimico?<br />

In qualche maniera viene stimolata la secrezione differenziata di sostanze<br />

cerebrali.<br />

Ma come può un sistema carente autosecernere una sostanza in quantità<br />

tale da compensare il difetto biochimico che sarebbe alla base e l’espressione<br />

dello stesso disturbo?<br />

Certamente ciò può avvenire perché un’altro sistema mediante un altro<br />

neurotrasmettitore stimola il primo sistema carente. Ma cosa ha attivato questo<br />

secondo sistema? Un altro sistema ancora, e così via.<br />

Ma i sistemi operanti sono finiti, perciò chi controlla l’azione deve essere<br />

una funzione indipendente dai sistemi collegati fra loro, posta al di fuori di<br />

essi, la quale per agire ha bisogno dell’integrità funzionale di tutti gli apparati<br />

(avvalendosi del pensiero e del simbolo); oppure è l’insieme dei sistemi<br />

che si identifica nell’azione corretta (allora bisogna postulare l’esistenza di<br />

un sistema entro certi limiti consapevole-autocorrettivo e ciò a maggior<br />

Caleidoscopio<br />

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