<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong> 6 Caleidoscopio
<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong> Prefazione Il grande sviluppo dell’editoria scientifica e divulgativa e la crescita esponenziale delle informazioni disponibili attraverso Internet hanno contribuito a diffondere una conoscenza più estesa sulle fobie - on line si possono trovare descritte più di 500 tipi diversi di fobie - tuttavia, nonostante questa enorme quantità di informazioni oggi a disposizione, un corretto inquadramento diagnostico rimane sempre il presupposto indispensabile per un mirato e idoneo intervento terapeutico. Una diagnosi corretta e protocolli terapeutici adeguati non sono tuttavia sufficienti per ottenere esiti positivi, poiché è necessario tenere conto anche della variabilità individuale, delle caratteristiche psicologiche personali e dell’eventuale comorbidità. Anche una cura farmacologica appropriata, il cui effetto si osserva dopo 8 settimane, quando in genere termina l’effetto placebo, può controllare i sintomi e ridurre il malessere; inoltre, esiste una gerarchia di intervento che può indubbiamente facilitare l’approccio e la risoluzione del problema. Ciò che negli ultimi anni è stato posto in evidenza concerne l’ansia anticipatoria, in quanto essa rappresenta uno degli aspetti caratteristici del disturbo fobico; infatti, l’interesse degli studiosi si è rivolto alle cause eziologiche ed ai fattori che la stimolano, piuttosto che alle caratteristiche della risposta fobica in se. Contrariamente a quanto si pensava in passato, si è oggi compreso che le varie fobie hanno meccanismi eziologici diversi; alcune sembrano associate ad eventi traumatici (fobia del dentista, del cane, ecc.), altre (ragni, insetti, serpenti, sangue) a fattori come la sensibilità al disgusto o a meccanismi di apprendimento osservativo e condizionamento (acqua, altezza, ecc.). Infine, negli ultimi anni, si è approfondito lo studio sia del ruolo dei fattori cognitivi e di mantenimento del disturbo, che i modelli di trattamento specifici e/o differenziati su singoli soggetti, ed anche i risultati a breve e a lungo termine. È oggi perciò assodato che vari fattori possono interagire per favorire l’insorgenza, l’espressione e la persistenza delle fobie; e questi aspetti genetici, psicologici, educativi, sociali, eventi stressanti, o esperienze pregresse, possono determinare con modalità differenziate la loro espressione clinica. Oltre a ciò, è ormai acquisito che per il trattamento delle fobie sono disponibili oltre ai consueti trattamenti farmacologici, anche interventi psicoterapici di evidente efficacia, e, nonostante non sempre vengono poste in dovuto rilievo tali soluzioni, è ormai risaputo che alcune fobie possono essere trattate addirittura nell’ambito di una singola seduta terapeutica di tre ore, o 3-4 sedute di 45 minuti, con benefici duraturi nel tempo. Caleidoscopio 7