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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />
Notare implica la consapevolezza introspettiva di percepire, ed uno stimolo<br />
può essere percepito senza che esso raggiunga la coscienza; mentre,<br />
“l’attenzione selettiva” sarebbe l’elemento implicato nella trasformazione<br />
della percezione in qualcosa di noto.<br />
La consapevolezza conscia segue quindi lo stimolo e l’attivazione di una<br />
risposta di paura non richiede necessariamente che lo stimolo venga identificato<br />
e riconosciuto consciamente.<br />
In uno studio di Öhman e Soares (1994), in cui vennero utilizzati soggetti<br />
fobici e controlli non fobici per valutare la percezione subliminare di stimoli<br />
visivi a contenuto pauroso (serpenti, ragni) rispetto a stimoli non minacciosi<br />
(fiori, funghi), emerse che sebbene i fobici non riconoscessero consciamente<br />
lo stimolo fobico corrispondente alla categoria di appartenenza (fobici-serpenti,<br />
fobici-ragni) rispondevano alla presentazione dello stimolo con una<br />
maggiore conduttanza cutanea rispetto ai controlli, confermando quindi un<br />
riconoscimento non cosciente dello stimolo.<br />
In un altro studio gli stessi autori dimostrarono il condizionamanto della<br />
paura, evidenziando un incremento della conduttanza cutanea alla presentazione<br />
mascherata di stimoli minacciosi (serpenti o dei ragni) ma non con la<br />
presentazione mascherata di fiori e funghi, confermando così studi precedenti<br />
e sostenendo la tesi che la paura può essere considerata in una prospettiva<br />
evoluzionistica di trasmissione di stimoli riconosciuti filogeneticamente<br />
pericolosi (Öhman & Soares, 1998).<br />
Öhman e Mineka (2001) hanno anche dimostrato come facce arrabbiate<br />
vengano riconosciute più velocemente rispetto a facce neutre o felici e come<br />
l’attivazione emozionale del sistema passi oltre la corteccia cerebrale attivando<br />
direttamente circuiti emotigeni del cervello al di fuori della coscienza e<br />
spiegando così la maggiore velocità; anche i soggetti normali risultano più<br />
veloci nel riconoscere gli stimoli minacciosi rispetto quelli neutri.<br />
Vi sarebbe quindi un meccanismo non cosciente di orientamento dell’attenzione<br />
su oggetti od eventi a significato pericoloso che troverebbe maggiore<br />
espressione nei soggetti con ansia elevata.<br />
<strong>Le</strong>Doux (1996) distingue gli stimoli naturali dagli stimoli appresi, riconoscendo<br />
nei primi l’espressione della selezione naturale di eventi minacciosi<br />
ricorrenti e necessari all’ecologia della sopravvivenza della specie, mentre i<br />
secondi sarebbero appresi secondo il modello associativo pavloniano stimolo-risposta.<br />
Il sistema che attiva la paura, una volta che questa è appresa, viene quindi<br />
azionato indipendentemente dal riconoscimento cosciente, ed un nuovo<br />
stimolo può attivare il sistema senza alcuna rappresentazione cosciente dell’episodio<br />
appreso.<br />
Ciò avviene perché il circuito della paura sarebbe indipendente dal sistema<br />
cosciente di riconoscimento, a causa della presenza di due sistemi di<br />
memoria:<br />
Caleidoscopio<br />
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