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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />
L’ a p p roccio terapeutico utilizzato è l’esposizione graduale in vivo, sebbene<br />
alcuni autori abbiano notato una sua maggiore efficacia terapeutica quando<br />
viene associata alla proiezione di filmati di situazioni reali. L’esposizione immaginativa<br />
risulterebbe equivalente a condizioni di controllo (Menzies, 1997).<br />
Fobia delle altezze<br />
È una fobia debilitante poiché implica il timore di varie situazioni come:<br />
salire le scale, osservare un panorama, affacciarsi alla finestra, prendere un<br />
ascensore, viaggiare in aereo, abitare in un palazzo, ecc., e tante situazioni in<br />
cui l’altezza sia una componente per nulla secondaria.<br />
È piuttosto frequente e interessa il 5% di tutti i fobici in generale, compresi<br />
gli agorafobici, e il 2% di tutti i fobici in trattamento.<br />
Nel 1993 Menzies & Clarke hanno effettuato il primo studio sull’origine<br />
della fobia e nel 1995 ne hanno ampliato i dati (Menzies & Clarke, 1995) utilizzando<br />
un questionario in grado di valutare i dati in modo retrospettivo,<br />
poiché era opinione corrente che fossero gli episodi traumatici a scatenare la<br />
fobia.<br />
I risultati di tale studio, hanno evidenziato che su 148 soggetti solamente<br />
11% ricollegava l’insorgenza della fobia ad eventi traumatici (condizionamento<br />
diretto), mentre nel 56% si ricordava la fobia come sempre presente.<br />
Tali dati supportano l’ipotesi che la paura e l’evitamento facciano parte<br />
delle normali fasi maturative che si verificano precocemente nella vita, oltre<br />
che del background di esperienze specie-specifiche di fronte alla separazione,<br />
ad estranei, a novità, ecc., e facciano parte del normale sviluppo psicomotorio<br />
sulla base di pregresse esperienze locomotorie di percezione della<br />
profondità, come mostrato da uno studio su bambini in grado di camminare<br />
rispetto a bambini che non camminano (Menzies, 1997).<br />
Un altro fattore altrettanto importante, riportato in vari studi, è la difficoltà<br />
da parte dei fobici di stimare il reale pericolo, poiché si è notato infatti<br />
che essi valutano come elevata la probabilità di cadere dalle scale, sono convinti<br />
di riportare maggiori danni fisici, e credono che la loro ansia anticipatoria<br />
sia del tutto giustificata e normale in rapporto alla situazione (Menzies,<br />
1997).<br />
I primi studi psicoterapici degli anni ’70 hanno mostrato l’efficacia della<br />
desensibilizzazione sistematica (esposizione in immaginazione o in vivo<br />
associata al rilassamento) soprattutto auto-somministrata rispetto alla desensibilizzazione<br />
con il terapeuta.<br />
Studi successivi hanno dimostrato che 10 sedute di esposizione in vivo<br />
più rinforzo, sono più efficaci rispetto a condizioni di controllo ed il beneficio<br />
risultava significativo al follow-up di 2 anni.<br />
Si è inoltre osservato che la durata dell’esposizione nel corso della sessione<br />
fino alla riduzione dell’ansia a livelli pre-esposizione è più efficace di una<br />
Caleidoscopio<br />
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