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Le Fobie - dott. Gianni Savron

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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />

Ad esempio, alcuni soggetti riferiscono di cogliere nei sogni gli spunti per<br />

successive elaborazioni, o essere loro momenti e fasi di analisi e riflessione<br />

(accade talvolta di accorgersi al risveglio di aver risolto un problema o trovata<br />

una idea innovativa), o addirittura di vedere le immagini precise di<br />

situazioni o eventi futuri; oppure, come accade non di rado in psicoterapia,<br />

di cogliere circostanze in divenire degli atteggiamenti psicologici del paziente<br />

o del terapeuta.<br />

Quindi il sogno, da un lato permette di collegare le esperienze interiori<br />

con l’esterno mediante il suo linguaggio simbolico, e dall’altro mantiene attivi<br />

tutti i sistemi cerebrali e quindi periferici, senza che questi ultimi raggiungano<br />

un livello di eccitazione tale da provocare il risveglio (funzione protettrice<br />

già evidenziata da Freud).<br />

In questo ambito esprime una funzione protettiva rispetto alla veglia,<br />

mantenendo attive prevalentemente le funzioni immaginative simboliche, ed<br />

al minimo funzionale le altre (contatto cosciente con la realtà fisica).<br />

Il sogno inoltre permette di esprimere i concetti attraverso l’unico mezzo<br />

in grado di convertire miriadi di segnali e significati: “il simbolo”.<br />

Quest’ultimo connette le varie funzioni in un unico elemento strutturale-rappresentativo<br />

che permette, sintetizzando contemporaneamente tutti gli stimoli<br />

interni-esterni provenienti dagli apparati di cui dispone e con i quali<br />

risponde l’Uomo, di mediare la comunicazione fra mente e cervello.<br />

Va chiarito innanzi tutto che parlare di trasmissione di informazioni e di<br />

sogni anticipatori di eventi, o in concomitanza con accadimenti particolari,<br />

non significa parlare di fenomeni occulti o magici, ma di fenomeni della<br />

Mente che accadono non di rado in psicoterapia 1<br />

e nella vita quotidiana e<br />

rientrano nelle leggi di natura, ma dei quali tuttavia ancora ci sfuggono le<br />

regole che li governano.<br />

Sebbene una valutazione di questa ipotesi esuli dal presente lavoro, basti<br />

per ora considerare i fenomeni telepatici, ovviamente escludendo le semplici<br />

coincidenze, le frodi, le banalità, etc.<br />

Di questo tipo di fenomeni si sono occupati in passato studiosi di fama<br />

mondiale, appartenenti ai più vari settori delle scienze, dalla filosofia (E.<br />

Kant; H. H. Price), alla fisica (W. Crookes), alla medicina (C. Richet; F.<br />

Cazzamalli; L L. Vasiliev) alla psichiatria e psicologia (W. James; G. Murphy;<br />

C. G. Jung; P. Janet; C. Burt), non dimenticando le citazioni religiose (San<br />

Agostino; San Benedetto) e gli studiosi meno illustri ma non meno importanti<br />

che si sono dedicati all’argomento.<br />

Come spiegare questi fenomeni?<br />

È ovvio che vi possano essere delle spiegazioni razionali, ma razionalità<br />

non significa negare realtà psicologiche insolite, in quanto essa rappresenta<br />

semplicemente un modo di procedere nell’analisi dei fenomeni e delle situazioni.<br />

Caleidoscopio<br />

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