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<strong>Gianni</strong> <strong>Savron</strong> <strong>Le</strong> <strong>Fobie</strong><br />
L’insorgenza della FS viene spiegata nell’85% dei casi mediante un condizionamento<br />
diretto a seguito di eventi negativi; nel 13% dei casi con l’apprendimento<br />
osservativo e nel 3% dei casi con il trasferimento di informazioni,<br />
sebbene esistano campioni che non rientrano in nessuna delle teorie<br />
riportate (Öst, 1987).<br />
In alcuni studi si é dimostrato che il contatto diretto con lo sguardo altrui<br />
svolge un ruolo essenziale nello sviluppo della FS, e che la paura condizionata<br />
di facce arrabbiate presenta una maggiore resistenza all’estinzione<br />
rispetto a facce neutre o felici.<br />
In altri lavori, i fobici sociali rispetto ai soggetti normali di controllo, riconoscevano<br />
maggiormente le foto di facce arrabbiate piuttosto che facce con<br />
una espressione di accettazione.<br />
Ciò supporterebbe la tesi di una differente analisi degli stimoli; inoltre, le<br />
ri<strong>dott</strong>e performance dei fobici sociali sarebbero da imputare all’eccessiva<br />
attenzione rivolta a se stessi, alla sintomatologia, alle critiche altrui o alla<br />
preoccupazione anticipatoria delle proprie performance, riducendo in tale<br />
modo le risorse personali utilizzabili per svolgere un compito adeguato.<br />
Per spiegare invece come mai il 20% di soggetti normali di controllo riporta<br />
eventi traumatici ma non sviluppa alcuna fobia, si suppone vi sia una interazione<br />
fra predisposizione genetica ed elementi psico-ambientali.<br />
Per Hartman (1983) i fobici attuano un monitoraggio eccessivo delle<br />
situazioni sociali che interferisce con un adeguato funzionamento e l’ansia<br />
sarebbe pro<strong>dott</strong>a dalla focalizzazione e visione negativa di Sé.<br />
Secondo Beck et al. (1985) il FS è sensibile ai segnali di accettazione o rifiuto<br />
da parte degli altri ed è l’attivazione fisiologica ad innescare la paura del<br />
fallimento, e quest’ultima a sua volta, assieme alla riduzione delle performance,<br />
è responsabile sia dell’ansia che dell’evitamento delle situazioni.<br />
Per Barlow (1988) il fobico percepisce un falso allarme e sviluppa l’ansia<br />
sulla possibilità di perdere il controllo delle sue emozioni a causa di una vulnerabilità<br />
psicologica e biologica.<br />
Per Hope et al. (1989) il fobico, affrontando una situazione sociale, incrementa<br />
l’attivazione fisiologica e quindi la focalizzazione dell’attenzione su se<br />
stesso, interferendo in tal modo sulle proprie performance; inoltre, la bassa<br />
aspettativa di successo percepita dagli altri induce un feedback negativo.<br />
L’auto-osservazione attuata dal soggetto aumenta la probabilità di attribuire<br />
i segnali neutri o ambigui degli altri come se fossero rivolti a se stessi.<br />
Per Wells e Clark, (1997) le convinzioni personali ed i processi cognitivi<br />
individuali interferiscono sulle performance sociali perpetuando l’ansia fobica<br />
e la timidezza.<br />
La vergogna e l’inibizione del comportamento sono un ulteriore fattore<br />
temperamentale che sembra influire sulla FS; infatti, bambini inibiti presentano<br />
una percentuale superiore di genitori con FS (Barlow, 2002).<br />
Caleidoscopio<br />
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