14.10.2014 Views

Supercar

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Cover story<br />

Le ipersportive del 2014<br />

Georg e<br />

macchina sotto<br />

vuoto, in queste<br />

stradine di città<br />

Le precedenti<br />

supercar della<br />

Porsche<br />

La 918 non è un affare<br />

totalmente misterioso per<br />

i seguaci della 911<br />

918: l’altra opinione<br />

fissare il<br />

didietro della 997<br />

GT2 di Walter<br />

Röhrl mentre si<br />

contorce<br />

dolcemente per la<br />

fatica di rimanermi<br />

davanti, è una cosa<br />

che dimorerà nella<br />

mia testa fino al<br />

mio ultimo respiro<br />

di vita. Io, un<br />

guidatore di<br />

discreta capacità,<br />

ma nulla più di<br />

questo, proprio<br />

nella scìa di uno<br />

dei migliori piloti<br />

mai nati. Esco<br />

dalla macchina<br />

decisamente<br />

gasato. È così la<br />

918, è così che ti fa<br />

sentire. E ce n’é da<br />

sentire. Lo sterzo,<br />

ad assistenza<br />

elettrica come<br />

quello piuttosto<br />

silenzioso della<br />

911, è<br />

sensazionale, una<br />

spanna netta al di<br />

sopra di qualsiaisi<br />

altra invenzione<br />

Porsche.<br />

Ma la controfigura<br />

ricca di me stesso,<br />

che potrebbe<br />

permettersi una<br />

tale magnificenza,<br />

non sprecherebbe<br />

nemmeno un<br />

centesimo di<br />

interesse per<br />

percorrere in<br />

modalità elettrica i<br />

30 chilometri tanto<br />

formalmente<br />

sbandierati.<br />

Capisco che sia<br />

importante per la<br />

Porsche fare simili<br />

roboanti<br />

dichiarazioni,<br />

tuttavia devo<br />

ammettere che io<br />

ho apprezzato di<br />

più la soluzione<br />

ibrida a<br />

integrazione<br />

permanente di<br />

casa Ferrari.<br />

CHRIS CHILTON<br />

25 minuti per una<br />

ricarica come<br />

questa. Quattro ore<br />

con la presa<br />

domestica<br />

bruscamente e si ridistende elasticamente sul rettifilo<br />

successivo a mo’ di fisarmonica.<br />

Appena finito l’interland, sloggiando le minacciose pareti<br />

rocciose, si apre in una sequenza di colline rotondeggianti, la<br />

Porsche ci lancia in un universo parallelo. Affondiamo il<br />

coltello. Accidenti! Lo scatto 0-100 si conclude vicinissimo ad<br />

un arresto cardiaco, e quando il tachimetro ci mostra i 200<br />

km/h soltanto 4,7 secondi più tardi, il fiotto di adrenalina<br />

assume la consistenza di una crema per dolci.<br />

Terrorizzato dal mio stesso coraggio, calpesto<br />

spietatamente il freno e subito sento la necessità di una<br />

ritenuta a quattro punti d’aggancio, più un paio di braccia da<br />

sollevamento pesi. Sono imprescindibili, per una tale<br />

sconquassante energia rivolta-budella, i dischi carboceramici<br />

dalle dimensioni da copri-tombini, oltre alla prestazione<br />

mozzafiato del recupero di energia in frenata del sistema<br />

ibrido. Ci accostiamo a Barcellona in un clima mite e sereno,<br />

così convertiamo la coupé in spyder. Pur con la copertura<br />

ritratta, la struttura in carbonio sembra esser stata estratta<br />

dalla roccia solida. Il lato negativo è che le sospensioni sono<br />

dure come sassi, e solo insani masochisti potrebbero<br />

trasmigrare dalla normale calibratura “Misericordia!” degli<br />

ammortizzatori (la Standard) alla logica d’assetto “Estrema<br />

Unzione” (la Sport).<br />

Persino con le dosi d’energia prosciugate, la 918 può volare a<br />

326 km/h, ma le galere spagnole sono fredde e umide, quindi<br />

evitiamo di provare l’ebbrezza. Sfrecciare in galleria a 145 km/h<br />

in terza, è sufficiente a staccare l’intonaco dalle pareti.<br />

911 GT1<br />

Grazie a Dio è stata inventata<br />

l’omologazione, perché altrimenti<br />

le stravaganze come la 911 GT1<br />

non sarebbero mai esistite. La<br />

Porsche fu costretta a fabbricare<br />

25 di questi mostri stradali per<br />

competere nel campionato FIA<br />

GT del 1996. La propulsione<br />

veniva da un 3.2 litri turbo a sei<br />

cilindri contrapposti capace di<br />

544 cv e di uno 0-100 in 3,9<br />

secondi. Sotto la scocca in fibra<br />

di carbonio giaceva lo chassis<br />

anteriore di una 993 con la<br />

bizzarra combinazione di un<br />

posteriore appartenente ad una<br />

962 da gara..<br />

CARRERA GT<br />

Più lenta di una Ferrari Enzo,<br />

la vera bellezza della Carrera<br />

GT del 2003 risiedeva al di<br />

sotto della sua superficie in<br />

carbonio. Era un’esibizione di<br />

materiali esotici, di ingegneria<br />

e qualità costruttiva senza pari.<br />

L’urlante 5.7 litri V10 da 612<br />

cv fu ripescato dall’abortito<br />

programma Le Mans del 2000.<br />

Poteva toccare i 330 km/h e<br />

sprintare in 3,9 secondi fino a<br />

100 km/h partendo da ferma.<br />

Non era priva di imperfezioni: la<br />

frizione in ceramica era più che<br />

altro un interruttore da acceso/<br />

spento, e la manovrabilità<br />

poteva far male!<br />

GETTY IMAGES. testo di john mahoney<br />

SETTEMBRE 2014 I CAR-MAGAZINE.it 53

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