Quando eravamo Re La prima fu omaggio al passato, l’altra precursore del futuro delle supercar, ed insieme si ritrovarono sulle copertine delle principali riviste. Oggi riuniamo i membri del club dei 320 km/h: Ferrari F40 e Porsche 959. Testo: Gavin Green I Foto: Greg Pajo 72 SETTEMBRE 2014 I CAR-MAGAZINE.it
Speciale Storia delle <strong>Supercar</strong> “I l cielo sopra il quartier generale di Ferrari a Maranello era grigio piombo e minacciava pioggia, quando ci arrivammo con la nostra Porsche 959 in bianco Colgate”. Era il 1988 e dovevamo fare allora come oggi un servizio comparativo. La Ferrari F40 era la più veloce, selvaggia e spartana supercar della sua epoca. Era anche l’ultima Ferrari ad essere stata approvata personalmente da Enzo Ferrari, che morì nel 1988. Non aveva ABS, non aveva alcun controllo di stabilità o di trazione elettronico, nessuna servoassistenza allo sterzo o ai freni. Non aveva tappetini, non aveva smorzamento del suono, non aveva neanche un rivestimento alle portiere, che al posto della maniglia di apertura avevano semplicemente un cordino da tirare. I finestrini erano in plexiglas fatti scorrere all’interno: non c’erano pulsanti elettrici, anzi, non c’erano proprio gli alzacristalli. La F40 era una vettura da pista completamente spogliata, anche se non ha mai messo piede in nessuna competizione (almeno, nessuna delle principali). È stata l’ultima Ferrari dura e pura. Dopo la dipartita di Enzo si sono rilassati, e non tornarono più quelli di una volta. Le Ferrari successive furono disegnate per una nuova razza di compratori internazionali, che preferivano guidare fino a St. Andrews per farsi due tiri a golf, piuttosto che girare per Silverstone. Va detto che poi i modelli Stradale e Speciale avevano una spruzzata del DNA della F40; così come la Enzo e la LaFerrari. Ma restano comunque più docili, meno selvagge. La 959, arrivata da Stoccarda grazie a Georg Kacher, seppur contemporanea della F40, era una bestia con tutta un’altra mentalità. La 959 era la capostipite di una generazione moderna di supercar – tecnicamente avanzata, elettricamente modulata sia per velocità che per sicurezza, controllata al computer, veloce ma confortevole, facile da guidare come una Fiesta ma, se ne avessimo voglia, veloce come una Ferrari. La Skyline GT-R, l’Honda NSX e tante altre supercar del genere discendono direttamente dalla 959. Una vettura celebrava in maniera magnifica il passato, l’altra prevedeva meticolosamente il futuro. Furono anche i i modelli protagonisti degli anni ‘80, la decade più folle, cattiva e fantastica di sempre, per le supercar. La frenesia iniziò, com’era spesso il caso allora, da nuove regole al motorsport. Nel 1982 la FIA annunciò un nuovo standard di omologazione del Gruppo B per vetture sportive da corsa e per il rally. Questo venne incontro alle Case automobilistiche, facilitandogli il processo di introduzione di macchine in edizioni limitate ad alte prestazioni, con la possibilità anche di competere negli eventi di fascia alta del motorsport. In quell’era del viva-l’avidità in stile Gordon Gekko, parecchi costruttori lanciarono in fretta le proprie auto più veloci solo per poter accedere ai bonus delle banche e magari cercare gloria in pista o nelle foreste. Fra le vetture famose del Gruppo B figurano Audi Quattro S1, Ferrari 288 GTO, Ford RS200, Lancia Rally 037, Peugeot 205 T16 e la folle Metro 6R4 a motore centrale (che poi finì per alimentare la Jaguar XJ220), più tutta una serie di Mazda, Mercedes, Mitsubishi, Talbot e Toyota modificate. L’auto sportiva più bella di quell’epoca era la Ferrari 288 GTO. Ebbi la fortuna di portarne uno dei primi esemplari fino in Gran Bretagna, in quelli che ricordo esser stati due giorni stupendi nel 1985. Quella GTO è ancora ricordata con affetto e, come tutte le grandi Ferrari del passato, ha un valore elevato. Eppure per un ormai malato Enzo Ferrari e per gli altri puristi del cavallino rampante, la GTO aveva un gravissimo problema: era una vettura del Gruppo B che non vinceva niente. Peggio ancora, fu sconfitta, sia in pista che in allungo su un rettilineo, dalla rivale per eccellenza, la Porsche SETTEMBRE 2014 I CAR-MAGAZINE.it 73