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Supercar

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959. Se la 288GTO era l’auto sportiva del Gruppo B più<br />

seducente, allora la 959 era la più veloce, oltre che quella<br />

tecnologicamente più avanzata. La Ferrari rispose con la F40.<br />

Era più veloce e più potente. Era la prima auto stradale a<br />

superare i 320 km/h quando la produzione iniziò nel 1988, la<br />

959 ufficialmente dichiarava di arrivare a 317 km/h.<br />

Quindi, 26 anni dopo, rieccole entrambe testa a testa.<br />

Siamo a Rockingham, Northants, davanti a delle vaste<br />

tribune vuote, e di fronte mi ritrovo una Ferrari F40, della<br />

stessa tonalità rosso sangue della vettura che provai tanti<br />

anni fa, ed una Porsche 959, in una tetra veste nera invece<br />

del bianco Colgate. Il proprietario della F40, Peter Bullard, ci<br />

ha guidato sopra fin qui da casa sua nell’Hertfordshire.<br />

Afferma che guida la sua Ferrari regolarmente, e che l’ha<br />

comprata proprio per utilizzarla. Ci ha percorso quasi 30.000<br />

chilometri e ce l’ha da 10 anni. “La pagai £137,500 (circa<br />

171.000 Euro). Oggi probabilmente ne vale £700,000 (circa<br />

872.000 Euro), o forse di più”. Non è in vendita, comunque.<br />

Peter ha sempre adorato le Ferrari. Fu impiegato come<br />

lavamacchine per Modena Engineering, un rivenditore<br />

Ferrari. Oggi è proprietario di una delle più grandi Ferrari di<br />

sempre; il ragazzo ha fatto strada.<br />

Ci dice che ogni viaggio è un’emozione ma quelli più<br />

lunghi sono troppo faticosi. Il suo percorso più lungo è stato<br />

di 350 chilometri. “È incredibilmente rumorosa e rigida. Ogni<br />

volta che esco da una F40 per entrare nella mia 993 è come<br />

sedersi in una Classe S. Un paio di volte ci ho beccato anche<br />

delle terribili piogge torrenziali. Se esistesse una vettura più<br />

infelice da guidare sul bagnato, la devo ancora conoscere. Il<br />

fatto poi che ti ci vogliono dai due ai tre giorni lavorativi poi<br />

per ripulirla come si deve aggiunge solo benzina sul fuoco”.<br />

La 959 ci è stata data in prestito da Specialist Cars di<br />

Malton, il rivenditore specializzato in Porsche dello Yorkshire.<br />

Si tratta della versione Komfort della 959, Porsche ne fece<br />

anche una più hardcore dal valore ancora più alto. Ha fatto<br />

meno di 50.000 chilometri ed è attualmente in vendita per<br />

£650,000 (circa 800.000 Euro). Delle due vetture, la F40 è<br />

quella invecchiata meglio. A parte i cerchi modesti, da soli 17<br />

pollici, potrebbe tranquillamente essere una supercar<br />

moderna, almeno stilisticamente. Muso cuneiforme, mento a<br />

spoiler profondo, minigonne e grande alettone che si erge<br />

orgoglioso, è un’auto semplice ma mozzafiato, uno dei design<br />

migliori di Pininfarina, aggraziato e senza età. Accanto ad<br />

essa, la Porsche sembra una specie di tozzo rimasuglio<br />

vegetale: una zucchina accanto ad un missile. Il muso grezzo,<br />

eretto e con una sgraziata sporgenza posteriore, ci sembra<br />

esattamente la speciale in edizione limitata degli anni ‘80,<br />

COSA SCRISSE<br />

CAR NEL<br />

Luglio del<br />

1988<br />

Mentre la stampa<br />

internazionale<br />

smaniava per un<br />

giro sulla F40, CAR<br />

l’aveva già provata.<br />

Georg Kacher portò<br />

la 959 da Stoccarda<br />

a Maranello e la<br />

mise a confronto<br />

con la F40, insieme<br />

a Gavin Green sul<br />

circuito di Fiorano.<br />

La 959 verrà<br />

ricordata come la<br />

migliore sportiva<br />

degli anni ‘80, la<br />

Ferrari come la più<br />

veloce.<br />

Rockingham non<br />

esisteva ancora<br />

quando queste due<br />

erano le padroni<br />

del mondo. Siete i<br />

testimoni di questa<br />

loro ennesima<br />

conquista, oggi<br />

Speciale<br />

Storia delle <strong>Supercar</strong><br />

una 911 col body kit.<br />

Così come la F40, viaggia su cerchi da 17 pollici, ma con<br />

pneumatici più larghi al posteriore. A differenza della Ferrari<br />

però, ha le quattro ruote motrici, la prima 911 basata su<br />

quest’assetto, precursore di tante 911 a trazione integrale che<br />

seguirono. La trazione controllata al computer, che ripartisce<br />

magistralmente la potenza alla ruota che più ne ha bisogno, è<br />

uno dei motivi della sua incredibile abilità in pista. Questa è<br />

una vettura perfetta per i viaggi lunghi, confortevoli ma<br />

veloci, un’ottima opzione per farsi casa lavoro. La F40, al<br />

contrario, è un’auto che guidi per le emozioni, non per andare<br />

da A a B.<br />

All’interno il contrasto è aspro. Nella F40 ti devi<br />

arrampicare su un davanzale in carbonio composito per poi<br />

farti scivolare sul grande e profondo sedile da corsa, completo<br />

di ripidi sostegni laterali e di fissaggi per l’imbracatura<br />

sportiva. L’auto di Peter usava delle convenzionali e più<br />

pratiche cinture a tre punti, che penzolavano debolmente dai<br />

grandi sedili sportivi. Un piacevole sterzo Momo nero ti<br />

invitava a toccarlo ed accarezzarlo. Oltre a questo, la<br />

strumentazione era funzionale ed attraente, col tachimetro<br />

nel suo posto d’onore e col cruscotto stranamente rivestito in<br />

lana, morbido al tocco.<br />

Un’alta e cromata leva del cambio spunta fuori da una<br />

grata di metallo a sei solchi. Ci si accorgerà in seguito che il<br />

cambio è preciso ma molto rigido. Accelerazione, freno e<br />

frizione – tutti e tre i pedali sono in metallo forato e<br />

visibilmente decentrati dall’asse della vettura – sono<br />

straordinariamente pesanti, per uno che ha le gambe abituate<br />

ai controlli ultraleggeri delle automobili moderne. Ci vuole<br />

parecchia forza per azionarli. Quest’auto la devi veramente<br />

maltrattare. I clienti attuali di Ferrari sarebbero sicuramente<br />

inorriditi. Eppure, una volta in pista nel circuito di<br />

Rockingham, tutto sembra al posto giusto. Il volante, più<br />

orizzontale di quanto ricordassi, si sterza leggermente con la<br />

base dei palmi, ti fa il resoconto di ciascun minuscolo detrito<br />

sull’asfalto, ed è deliziosamente immediato nelle risposte e<br />

comunicativo quando si è impegnati in curva. I freni non<br />

assistiti sono pesanti ma potenti e precisi, con un’ottima<br />

sensazione del pedale.<br />

Quel magnifico V8 biturbo, che tutti gli astanti possono<br />

vedere sotto il suo coperchio in plexiglas, canta e ruggisce<br />

dietro di voi, con una delle coperture delle camme a pochi<br />

centimetri dalla tua spina dorsale. Una volta che i due<br />

turbocompressori, made in Japan, entrano in funzione, lo<br />

strappo di potenza è istantaneo e brutale, la risposta al gas<br />

ardente, ed il rumore del motore ammutolisce sia gli schiaffi<br />

SETTEMBRE 2014 I CAR-MAGAZINE.it 75

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