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Supercar

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Il nome derivava da<br />

un’esclamazione di<br />

stupore opportunamente<br />

pronunciata alla vista di<br />

una bella donna<br />

e sopra alla trasmissione, con cui condivideva anche lo stesso<br />

olio nelle prime versioni, come una Mini, la Miura era già<br />

come nessun’altra vettura stradale al mondo. Lamborghini<br />

ottenne 10 ordini solo per quel telaio nudo mostrato a Torino,<br />

e quando l’auto sportiva vera e propria, vestita di acciaio e<br />

alluminio, battuti a mano da Marcello Gandini, fece il suo<br />

debutto a Genova il marzo seguente, il suo telefono non smise<br />

più di suonare.<br />

Se pensiamo che ancora oggi, quasi 50 anni dopo, la Miura<br />

è ancora considerata una delle forme automobilistiche più<br />

belle, è difficile immaginare come potesse essere stato<br />

guardarla per la prima volta, osservare quel delicato muso da<br />

squalo, quelle curve eleganti e la struttura delle porte che<br />

Gandini avrebbe poi riutilizzato per la Lancia Stratos dieci<br />

anni dopo. La E-type di Jaguar, neanche sei anni prima,<br />

l’icona eroica di cui tutti avevano il poster in cameretta,<br />

all’improvviso sembrò decisamente squadrata.<br />

La prima impressione che dà, a parte quella di estrema<br />

bellezza, è di quanto sia piccola. La Miura è minuscola, una<br />

sorta di modello in scala tre quarti costruito per il test in<br />

galleria del vento, qualcosa in cui possessori avrebbero poi<br />

visto manifestarsi il cronico sollevamento del frontale<br />

esplorando la velocità massima dei 280 km/h.<br />

A 1.050 mm, è di 86 mm più bassa di una Aventador, e di<br />

quasi 195 mm più vicina al terreno della sua rivale del<br />

periodo, la Ferrari 275. Giusto per mettere ulteriormente il<br />

dito nella piaga, il V12 di progettazione Bizzarini che la Miura<br />

ereditò dalla Lamborghini 400GT aveva ben due alberi a<br />

camme per bancata di cilindri, mentre la Ferrari ne aveva<br />

uno solo, e dichiarava 350 cv, 70 in più della rivale<br />

corregionale.<br />

Queste cifre erano sì un po’ troppo ottimistiche, come il<br />

pensiero di utilizzare la Miura come mezzo per tutti i giorni,<br />

ma non c’è dubbio che erano prestazioni elevatissime per gli<br />

standard di quel periodo. Sebbene la P400S che arrivò nel<br />

1968 poteva vantare una portata maggiorata e camere di<br />

combustione modificate che pompavano 370 cv, La Miura<br />

definitiva fu la SV. Svelata a Genova nel marzo del 1971, fu<br />

una Miura veramente tosta, spogliata dalle ciglia femminili e<br />

dotata di passaruota posteriori muscolosi che ospitavano<br />

Anche un<br />

marziano appena<br />

sbarcato sulla Terra<br />

potrebbe dire quale<br />

di queste due<br />

bellezze provenga<br />

dagli anni ‘60 e<br />

quale dai ‘70<br />

Il V12 montato<br />

centralmente aveva<br />

due alberi a camme<br />

per bancata di cilindri,<br />

il doppio di una<br />

Ferrari<br />

68<br />

SETTEMBRE 2014 I CAR-MAGAZINE.it

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