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Supercar

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Speciale<br />

Storia delle <strong>Supercar</strong><br />

“I<br />

l cielo sopra il quartier generale di<br />

Ferrari a Maranello era grigio piombo e minacciava<br />

pioggia, quando ci arrivammo con la nostra Porsche 959<br />

in bianco Colgate”. Era il 1988 e dovevamo fare allora<br />

come oggi un servizio comparativo.<br />

La Ferrari F40 era la più veloce, selvaggia e spartana<br />

supercar della sua epoca. Era anche l’ultima Ferrari ad essere<br />

stata approvata personalmente da Enzo Ferrari, che morì nel<br />

1988. Non aveva ABS, non aveva alcun controllo di stabilità o<br />

di trazione elettronico, nessuna servoassistenza allo sterzo o<br />

ai freni. Non aveva tappetini, non aveva smorzamento del<br />

suono, non aveva neanche un rivestimento alle portiere, che<br />

al posto della maniglia di apertura avevano semplicemente<br />

un cordino da tirare.<br />

I finestrini erano in plexiglas fatti scorrere all’interno: non<br />

c’erano pulsanti elettrici, anzi, non c’erano proprio gli<br />

alzacristalli.<br />

La F40 era una vettura da pista completamente spogliata,<br />

anche se non ha mai messo piede in nessuna competizione<br />

(almeno, nessuna delle principali). È stata l’ultima Ferrari<br />

dura e pura. Dopo la dipartita di Enzo si sono rilassati, e non<br />

tornarono più quelli di una volta.<br />

Le Ferrari successive furono disegnate per una nuova<br />

razza di compratori internazionali, che preferivano guidare<br />

fino a St. Andrews per farsi due tiri a golf, piuttosto che girare<br />

per Silverstone.<br />

Va detto che poi i modelli Stradale e Speciale avevano una<br />

spruzzata del DNA della F40; così come la Enzo e la<br />

LaFerrari. Ma restano comunque più docili, meno selvagge.<br />

La 959, arrivata da Stoccarda grazie a Georg Kacher,<br />

seppur contemporanea della F40, era una bestia con tutta<br />

un’altra mentalità. La 959 era la capostipite di una<br />

generazione moderna di supercar – tecnicamente avanzata,<br />

elettricamente modulata sia per velocità che per sicurezza,<br />

controllata al computer, veloce ma confortevole, facile da<br />

guidare come una Fiesta ma, se ne avessimo voglia, veloce<br />

come una Ferrari. La Skyline GT-R, l’Honda NSX e tante altre<br />

supercar del genere discendono direttamente dalla 959.<br />

Una vettura celebrava in maniera magnifica il passato,<br />

l’altra prevedeva meticolosamente il futuro. Furono anche i i<br />

modelli protagonisti degli anni ‘80, la decade più folle, cattiva<br />

e fantastica di sempre, per le supercar. La frenesia iniziò,<br />

com’era spesso il caso allora, da nuove regole al motorsport.<br />

Nel 1982 la FIA annunciò un nuovo standard di omologazione<br />

del Gruppo B per vetture sportive da corsa e per il rally.<br />

Questo venne incontro alle Case automobilistiche,<br />

facilitandogli il processo di introduzione di macchine in<br />

edizioni limitate ad alte prestazioni, con la possibilità anche di<br />

competere negli eventi di fascia alta del motorsport. In<br />

quell’era del viva-l’avidità in stile Gordon Gekko, parecchi<br />

costruttori lanciarono in fretta le proprie auto più veloci solo<br />

per poter accedere ai bonus delle banche e magari cercare<br />

gloria in pista o nelle foreste. Fra le vetture famose del<br />

Gruppo B figurano Audi Quattro S1, Ferrari 288 GTO, Ford<br />

RS200, Lancia Rally 037, Peugeot 205 T16 e la folle Metro 6R4<br />

a motore centrale (che poi finì per alimentare la Jaguar<br />

XJ220), più tutta una serie di Mazda, Mercedes, Mitsubishi,<br />

Talbot e Toyota modificate.<br />

L’auto sportiva più bella di quell’epoca era la Ferrari 288<br />

GTO. Ebbi la fortuna di portarne uno dei primi esemplari fino<br />

in Gran Bretagna, in quelli che ricordo esser stati due giorni<br />

stupendi nel 1985. Quella GTO è ancora ricordata con affetto<br />

e, come tutte le grandi Ferrari del passato, ha un valore<br />

elevato. Eppure per un ormai malato Enzo Ferrari e per gli<br />

altri puristi del cavallino rampante, la GTO aveva un<br />

gravissimo problema: era una vettura del Gruppo B che non<br />

vinceva niente. Peggio ancora, fu sconfitta, sia in pista che in<br />

allungo su un rettilineo, dalla rivale per eccellenza, la Porsche<br />

SETTEMBRE 2014 I CAR-MAGAZINE.it 73

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