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Piano Sociale - Comunità Alto Garda e Ledro

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DIVERSE ABILITA’<br />

<strong>Piano</strong> <strong>Sociale</strong> di Comunità 2011-13 - Comunità <strong>Alto</strong> <strong>Garda</strong> e <strong>Ledro</strong><br />

QUADRO GENERALE:<br />

Si osserva una certa frammentazione dei servizi nella presa in carico delle situazioni di disabilità ,che non agevola l’approccio integrato nel supporto all’'intero<br />

percorso di vita del disabile, che risulta segmentato in fasi tra le quali è difficoltoso evitare la soluzione di continuità: il passaggio dall'una all'altra può quindi<br />

risultare non graduale, non progettato, non supportato e monitorato. Si registra inoltre una grande richiesta di residenzialità per disabili in situazione di non<br />

autosufficienza per lo più sopravvenuta con l'invecchiamento cui può aggiungersi l'assenza o la senescenza dei genitori, e comunque la grossa difficoltà della rete<br />

familiare di assicurare un'assistenza continuativa (tema del "dopo di noi"). Le strutture residenziali esistenti sul territorio subiscono per tale motivo una forte<br />

pressione oltre a scoprirsi non sufficientemente attrezzate per alcune condizioni di disabilità di adulti legate ad aspetti socio sanitari complessi.<br />

INTEGRAZIONE TRA I SERVIZI (per fare rete):<br />

Anzitutto si intende assicurare la continuità, anche successivamente all’approvazione del <strong>Piano</strong> <strong>Sociale</strong> di Comunità, degli incontri dei Tavoli Territoriale e<br />

Tematici, con funzione di monitoraggio delle azioni e dei progetti in essere e preventivati, e di valutazione come previsto dalla LP13/07 e successivi regolamenti<br />

(vedi Linee Guida per la Costruzione dei Piani Sociali).<br />

Incentivare la collaborazione fra i vari soggetti per una progettazione integrata di servizi ed interventi per disabili con prospettiva su tutto il ciclo di vita con<br />

l’obiettivo della promozione della maggiore autonomia possibile.<br />

Attivare un forte e continuativo confronto tra i vari servizi al fine di conoscere e valutare i possibili interventi finalizzati a dare risposte anche di tipo preventivo ad<br />

ampio raggio ed il più possibile interconnesse.<br />

Attivare accordi di programma come quelli previsti dalla L.P. 104/92 con le varie realtà istituzionali e non che si occupano di disabilità.<br />

Individuare degli accordi tra i servizi sociali, sanitari, socio-sanitari e del terzo settore (cooperative, fondazioni e associazioni) per offrire il maggior sostegno<br />

possibile al disabile e alla famiglia nel suo ciclo di vita.<br />

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